C’è un quinto indagato per l’omicidio di Colleferro. Mentre due dei quattro presunti assassini negano di aver partecipato al pestaggio che ha portato alla morte del 21enne Willy Monteiro Duarte. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti avvenuti nella notte tra sabato e domenica nella cittadina a sud di Roma. La quinta persona coinvolta è un coetaneo dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi e di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, fa parte dello stesso gruppo e guidava l’auto sulla quale viaggiavano i quattro aggressori. Ma, come spiegano gli investigatori a Ilfattoquotidiano.it, “non ci sono gli estremi per l’arresto vista l’assenza di testimonianze univoche sul suo coinvolgimento”: in sostanza non avrebbe partecipato materialmente al pestaggio. L’uomo resta però attenzionato dai carabinieri di Colleferro e il suo nome è finito nell’informativa consegnata al pm di Velletri, Luigi Paoletti.

Versioni contrastanti, ma non ci sono immagini – Come detto, due dei quattro ragazzi arrestati, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, a un primo colloquio con i loro legali, hanno rigettato l’accusa di aver partecipato al pestaggio di Willy, scaricando di fatto le colpe sui fratelli Bianchi. Bellegia, in particolare, avrebbe confidato al suo avvocato, Vito Perugini, di essere “disperato”. Bisognerà capire se ribadiranno questa versione davanti ai giudici. Nella mattinata di martedì si svolgerà l’udienza preliminare alla presenza del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Boccarrato. I quattro sono stati arrestati in flagranza di reato, nonostante siano stati messi in manette diverse ore dopo i fatti. Questo significa che i militari hanno materialmente assistito alla scena. Il luogo del delitto, dei giardini pubblici nel centro di Colleferro, si trova esattamente alle spalle della caserma dei carabinieri, a pochi metri dal muro perimetrale. Il problema è che, nonostante quanto dichiarato dal sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, le telecamere che vegliano sulla sicurezza della struttura non erano direzionate sul punto esatto in cui è avvenuta la rissa.

“Nessuna implicazione razziale”. Giallo sul movente – Rimane il mistero sulla ragione che ha spinto quattro giovani atleti ed esperti in arti marziali accanirsi su un ragazzo esile e disarmato come Monteiro Duarte. Per ora gli investigatori escludono “categoricamente” qualsiasi movente e implicazione razziale o politica. I quattro non militano o frequentano organizzazioni politiche, non hanno palesato sui social idee particolari o mostrano tatuaggi chiaramente riconducibili a ideologie specifiche, di destra o di sinistra. Né, soprattutto, durante la rissa ci sono state esclamazioni che richiamavano al colore della pelle della vittima. Da quello che si è potuto apprendere, Monteiro Duarte – trattenutosi in un pub con dei colleghi subito dopo il lavoro – era intervenuto per separare due conoscenti (entrambi feriti, per loro dieci giorni di prognosi) che si stavano accapigliando all’interno dei giardini antistanti l’area della movida. A quel punto, è arrivata l’auto con a bordo cinque persone, dalla quale sono scesi i quattro presunti assassini, che avrebbero iniziato a picchiarlo. La vox populi – arrivata anche agli inquirenti – è che i fratelli Bianchi, in particolare, fossero conosciuti nella zona come “teste calde” e che intervenissero a supporto di chi li chiama in causa. Ma ovviamente si tratta di informazioni tutte da verificare.

La famiglia Monteiro in difficoltà: scatta gara di solidarietà – Fatto sta che oltre all’evidente gravità del lutto, ora la famiglia di Willy si troverà ad affrontare anche forti problemi economici. Il 21enne, diplomato alla scuola alberghiera di Fiuggi, lavorava all’Hotel degli Amici di Colleferro e il suo stipendio era una delle principali fonti di sostentamento della coppia di genitori capoverdiani. A quanto riferito dai suoi colleghi di lavoro, il titolare dell’hotel, Nazzareno D’Amici, per il quale “Willy era come un figlio”, è “distrutto” si starebbe muovendo per avviare una raccolta fondi in paese e fra gli ospiti della sua struttura, oltre a impegnarsi in prima persona per dare una mano ai genitori del ragazzo. Da questo punto di vista, si è mobilitata anche la Regione Lazio, con il governatore Nicola Zingaretti che si è offerto di pagare le spese legali della famiglia, da ieri assistita dall’avvocato Domenico Marzi, ex sindaco di Frosinone. Sia la Regione che il Comune di Colleferro hanno annunciato che si costituiranno parte civile. Mercoledì sarà eseguita l’autopsia.

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