Fabrizio Corona con decine di stories pubblicate su Instagram ha raccontato la rottura della storica amicizia con Gabriele Parpiglia, giornalista, autore televisivo e volto di Real Time. Al suo fianco suo figlio Carlos mentre attacca il rivale svelando retroscena mai filtrati finora. “Il metodo di Parpiglia è scrivere in direct, minacciare querele, chiamare i giornali per cui lavora per fare togliere articoli, mette pressione perché nessuno si deve permettere di parlare di lui perché è una anima pura e una persona molto perbene.”

Corona arriva al punto sulla distanza tra i due negli ultimi tempi: “La domanda è ma Gabriele Parpiglia e il suo amico, collaboratore, consulente Giuseppe Carriere non erano i miei migliori amici? Non gli avevo insegnato io il lavoro e gli avevo dato da mangiare per vent’anni? Non gli avevo dato io il primo lavoro e li avevo messi nei giri, non passavano tutti i Natali a casa mia, non venivano mantenuti in tutte le cene e pranzi dove tutto dovuto, cene, massaggi e compleanni. Perché di colpo non nomina più Fabrizio Corona? Perché pubblica tutte le copertine e non la mia? Perché chiunque parla e fa notare che abbiamo litigato, come Maurizio Sorge la settimana scorsa, lo minaccia lo querela ‘ti rovino ti distruggo’?”.
La rottura che è finita anche in mano agli avvocati: “Io e Gabriele Parpiglia abbiamo rotto la nostra amicizia dopo venticinque anni, era amicizia a senso unico da parte mia nei confronti suoi e di Carriere. Gli ho fatto causa dal carcere, hanno pagato e transato. Posso portare le carte di tutto questo e soprattutto mi hanno finalmente dato dei documenti che erano miei. Quando scrissi di lui dalla galera, lui aveva minimizzato smentendo il litigio. Io e Parpiglia non abbiamo più nessun rapporto. La mia storia e il mio passato non lo cancello, sulla sua pagina non compare più nulla di quello che abbiamo fatto tranne un post dove diceva che ero il suo migliore amico. Tutte cose finte, false. Anche in quel caso mi aveva strumentalizzato mettendomi in bocca delle parole per attaccare i suoi nemici Pio e Amedeo, anche loro minacciati, che avevano ragione nei suoi confronti. “
Dall’accusa di aver usato il Covid-19 per aumentare i follower al libro scritto con Davide Lacerenza, il racconto continua: “Non entro nella causa delle polemiche e del litigio, queste precisazioni hanno un significato. Lui non può essere mai attaccato, anima pura, lui che prosegue nel bene, colui che non ha peccati che è pulito. Abbiamo visto durante il Covid quando ha preso 100 mila follower dedicandosi a storie di cui non gliene frega niente ma gli serve per creare il personaggio. Mi limito a dire le cose perché non voglio essere querelato. Nelle storie in evidenza parla di uno stalker, quel famoso stalker che usa metodi delinquenziali e criminali, ve lo anticipo io, è riferito a me. Quello stalker sono io, non l’ho mai telefonato, mi sono limitato a repostare due o tre cose.”
La fine dell’amicizia segnata da motivi che l’ex della Moric ha confidato a pochi: “A chi mi chiede di lui dico la verità, è uno che odio più di tutti, è il mio nemico numero uno, mi ha fatto tantissimo male durante la mia ultima carcerazione. Mia mamma sa perché, Carlos lo sa, la prima persona a cui l’ho raccontato è Massimo Giletti a cui ho fatto leggere anche di documenti avendo con lui un rapporto di stima ed amicizia. Commentare notizie o post è stalking? Non c’è nessun motivo per fare una denuncia di stalking, faccio queste stories perché mi tocca quando uno mi minaccia su ciò che è stato il mio passato turbolento, posso fare il duro ma la sofferenza della galera, che definisco ingiusta, me la porto dietro. Quando vedo un essere così piccolo non minacciare come fa con tutti ma parlare di un memoriale sul nulla e tirare fuori un reato di stalking che non esiste, di dire che andrà da un procuratore a raccontare la verità, in gergo criminale si chiama infame, io non pronuncio questa parola perché è una parola grave ma lui è peggio di quella parola… Nella diretta ieri diceva ‘pensa che sto zitto, lo manderò in galera, lo denuncerò per stalking’, allora mi costringi a fare quello che non ho voluto fare finora. Avevo una remora nello scrivere tre lettere, una all’amministratore delegato di Mondadori e altre due che non sto a citare ma che oggi farò. Non sto violando nulla, scriverò quello che mi è successo rispetto ai miei rapporti lavorativi e puoi dire ai tuoi follower che sono io lo stalker. Tu non eri quello che piangeva mentre ero in galera ed hai guadagnato cifre insieme al tuo collaboratore e socio, la tua agenzia di riferimento, Giuseppe Carriere, a vendere qualsiasi cosa riguardasse la mia vita. Io non mi pronuncio sul nostro passato, affari non affari, puoi andare da qualsiasi procuratore, fare le denunce che vuoi, riportare le cose vecchie. In questo periodo io cammino nel bene, ciò che ci accomunava essere uomini soli ma con una differenza oggi sostanziale: tu sei solo come un cane, io oggi ho l’amore indissolubile, disinteressato e puro di mio figlio, ho costruito qualcosa, ho una famiglia. Tu sei solo, io dico sempre la verità e mi mostro nel bene e nel male, tu ti vendi per quello che non sei e non sarai mai. Spero di non incontrarti mai, spero che gli altri non ti conoscano per quello che sei“, ha concluso l’ex di Nina Moric. Al momento non si registrano repliche di Parpiglia e nemmeno i commenti delle persone citate da Corona: dal duo comico Pio e Amedeo a Massimo Giletti, da Davide Lacerenza a Giuseppe Carriere.
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