Non si fermano gli attacchi del governatore della Sicilia Nello Musumeci al governo sulla questione migranti. Dopo che il Tar ha dato ragione all’esecutivo, sospendendo l’ordinanza con cui lui voleva cacciare i richiedenti asilo dall’isola, Musumeci denuncia i “30 sbarchi” registrati a Lampedusa negli ultimi giorni. “Nell’Hotspot sono di nuovo più di mille: seicento in sole 48 ore”, si legge sulla sua pagina Facebook. “Se la mia ordinanza non fosse stata sospesa, oggi avremmo una realtà molto diversa. Ma il governo centrale dice che è sua la responsabilità. E allora? Perché non interviene? Ha già coinvolto Bruxelles? Stanno organizzando la ricollocazione dei migranti negli altri Stati europei?”. La linea dura del governatore siciliano è apprezzata dal segretario del Carroccio Matteo Salvini, ma nel centrodestra il fronte che lo sostiene inizia a incrinarsi. L’ex ministro Saverio Romano, leader di Cantiere popolare in Sicilia e affiliato a Forza Italia, si è scusato a nome “di gran parte di elettori, militanti e dirigenti del centrodestra” con il giudice del Tar Sicilia, Maria Cristina Quiligotti, “per le accuse e gli insulti che ha ricevuto da questa parte politica“. Al coro avrebbe partecipato lo stesso Musumeci, che ieri in un video diffuso da alcune emittenti locali ha affermato che “secondo una ‘malalingua’”, Quiligotti “è stata consulente di Zingaretti“, cioè “il capo del partito più importante al governo”.

Le polemiche contro il tribunale amministrativo sono scoppiate dopo la bocciatura del provvedimento varato dal governatore per impedire l’arrivo di nuovi richiedenti asilo sull’isola. “Il rispetto della magistratura e delle sue decisioni – scrive Romano su Facebook – è un architrave dello dello Stato di diritto, ed è anche un punto di riferimento per coloro che, impegnati in politica, hanno forte il senso delle istituzioni”. Secondo l’ex ministro del governo Berlusconi, una vita nel centrodestra, “la politica tornerà ad essere autorevole quando darà fiducia e avrà fiducia per i comportamenti e per gli esempi, che sono molto più importanti di mille parole. Sono sicuro che Ella vorrà considerare l’accaduto come una brutta giornata da dimenticare, nella speranza che i rapporti tra la Sua istituzione e la Regione Siciliana possano tornare ad essere sereni e rispettosi”.

Nel frattempo Musumeci tira dritto e chiama in causa direttamente il Viminale. “Il ministro Lamorgese aveva detto che avrebbero avviato il ponte-aereo dal 10 agosto: qualcuno ne ha notizia? Roma sta richiedendo un porto non italiano per la Ocean Viking? Insomma, se ci tengono così tanto alle loro competenze… dovrebbero fare qualcosa!”, sostiene, riferendosi alle motivazioni con cui il governo ha deciso di impugnare l’ordinanza. Il governatore parla quindi di “silenzio assordante” da Palazzo Chigi e annuncia che “martedì su quell’Isoletta arriverà la nostra task force per verificare le condizioni sanitarie dell’Hotspot. E saranno adottati gli eventuali provvedimenti conseguenti. Con un’istruttoria che ha già evidenziato come nessuno abbia previsto gli interventi strutturali per la prevenzione dal contagio già a fine marzo”.

Tutte accuse già ripetute nei giorni scorsi e che il ministero dell’Interno rimanda al mittente. In un’intervista a Repubblica, Lamorgese spiega che “sebbene ci sia una tendenza in aumento degli sbarchi autonomi rispetto al 2019, i numeri attuali non rappresentano un’emergenza: basta fare il raffronto con il 2011, l’anno delle primavere arabe, in cui arrivarono in Italia circa 30mila tunisini mentre ora ne sono giunti 8mila dall’inizio dell’anno”. La situazione in Sicilia è comunque problematica, ma a suo parere “le difficoltà sono di carattere logistico legate alle misure di profilassi sanitaria stabilite per il Covid-19″. Il capo del Viminale rivendica anche il successo delle missioni in Tunisia avvenute nelle scorse settimane. “Gli sbarchi sono passati da un totale di 4226 a luglio a 1976 di agosto. Sono ripresi i voli per un totale di 80 rimpatri a settimana: dall’inizio dell’anno sono stati 497 i tunisini rimpatriati, 261 solo ad agosto. Le autorità tunisine, dalla fine di luglio, hanno impedito la partenza via mare a circa 4500 migranti, effettuando anche 50 arresti tra i responsabili del traffico. È chiaro però che la Tunisia non può essere lasciata sola ad affrontare questa grave crisi sociale ed economica”.

Nel corso dell’intervista Lamorgese spiega anche che “a parte il caso di Lampedusa, nel quale si registra un effettivo sovraffollamento, in Sicilia i grandi centri per la quarantena vengono utilizzati per un numero di migranti inferiore alla capienza: i trasferimenti in altre regioni sono stati 4mila dall’inizio dell’estate”. E ricorda che non c’è alcun rischio contagio legato nello specifico ai migranti. “A Lampedusa tutti i migranti sono sottoposti al tampone: ne abbiamo fatti oltre 6500 in tutta la Sicilia. Per alleggerire la pressione sull’hotspot da settimane ci sono due navi traghetto adibite per la quarantena dei migranti che, con la conclusione del periodo di isolamento precedente, hanno potuto imbarcare circa 850 persone. In Sicilia operano a supporto delle forze di polizia 979 militari. I lampedusani e il sindaco Martello meritano il massimo dell’attenzione da parte di tutte le istituzioni perché sopportano un situazione davvero difficile”.

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