Case a 1 euro per ripopolare e rivitalizzare l’Isola Madre di Taranto, il centro storico della città che divide il Mare Grande dal mar Ionio e che collega il quartiere di Tamburi, adiacente all’ex stabilimento dell’Ilva, alla parte orientale del capoluogo. Lo ha deciso il Comune per gli immobili di 7 edifici municipali nella Città Vecchia, pubblicando un bando sul suo sito con le schede degli edifici in allegato. Fino al 20 novembre imprese, agenzie, società o cittadini hanno tempo per presentare le loro proposte, precisa il Comune in una nota.

“Il fascino di Taranto e della sua storia si è già rivelato un potente attrattore“, sottolinea il sindaco, Rinaldo Melucci, evidenziando già un interesse “proveniente da tutto il mondo”. “Un euro è un contributo simbolico per un obiettivo epocale: ripopolare dopo decenni la Città Vecchia, la nostra Isola Madre”. Sarà stilata una graduatoria delle proposte, spiega il Comune, che saranno valutate “secondo tre parametri principali: ecosostenibilità, destinazione progettuale” – avranno priorità “i proponenti che destineranno le unità immobiliari ad abitazione” – “e contratto di sponsorizzazione (es. piantumazione del verde, installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, ecc…)”. Gli aggiudicatari avranno un anno di tempo per avviare il cantiere.

L’iniziativa rientra in un maxi-progetto lanciato dall’amministrazione per promuovere il turismo e l’insediamento di nuove attività nella città avvelenata dalle polveri dell‘Ilva. Con il centro che si svuota, il Comune svende – seguendo peraltro l’esempio di molti piccoli centri che hanno fatto questa scelta per combattere lo spopolamento – puntando non a caso su progetti in chiave green.

L’Isola Madre risale all’antichissimo insediamento sorto sul promontorio della città tra i due mari, fondata nel 706 a.C. ma forse risalente all’età del bronzo, già colonia greca più che fiorente poi conquistata dai romani. Distrutta dai Saraceni più di un millennio dopo, nel 927, venne ricostruita qualche decennio dopo dall’imperatore bizantino Niceforo II Foca con architetti greci che disegnarono, a difesa del borgo, quei vicoli strettissimi che ancora oggi la caratterizzano, rendendo difficile il passaggio a più di una persona per volta.

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