Una carriera nel giornalismo, tra politica e tecnologia, prima che il suo grande amore – il cinema – lo facesse approdare a Hollywood: Lorenzo Soria, presidente dei Golden Globe, è morto a Los Angeles a 68 anni.

Nato in Argentina (lì i genitori ebrei si rifugiarono durante il nazismo) Soria era cresciuto a Milano dove aveva studiato e iniziato a lavorare come giornalista per L’Espresso. Nel 1982 arriva a Los Angeles, nel 1989 entra nella Hollywood Foreign Press Association, l’associazione che ogni anno assegna i Golden Globes alle eccellenze del grande e piccolo schermo. Presidente prima nel 2003 e poi nel 2015, è stato eletto nuovamente nel 2019: il suo mandato sarebbe terminato il prossimo anno. La cerimonia ‘ambientalista’ di quest’anno, con il menù vegano e gli appelli per il clima di Leonardo di Caprio e Joaquin Phoenix, è merito suo, così come la scelta dell’irriverente comico Ricky Gervais per condurre la serata.

Nella sua carriera di giornalista ad Hollywood (ha continuato a firmare per la Stampa) ha potuto osservare da vicino il cambiamento dell’industria dei sogni, intervistando i protagonisti e lavorando nel Comitato della Foreign Press Association: un cambiamento di cui era stato testimone e protagonista allo stesso tempo.

La causa del decesso non è stata specificata: l’associazione, nel darne la notizia, ha parlato di “una morte serena nel proprio letto” e la lodato la “generosità, la passione e il senso dell’umorismo” del suo presidente scomparso. “Credeva profondamente nel potere che l’industria cinematografica ha di rendere il mondo un posto migliore, accendendo i riflettori sulle ingiustizie”.

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