“Noi mercoledì definiremo gli aspetti tecnici. La firma non credo che sarà mercoledì”. La ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli ha ufficializzato così l’ulteriore allungamento della tabella di marcia per arrivare alla firma dell’atteso accordo negoziale tra la concessionaria Autostrade per l’Italia e il governo. Ovvero l’accordo che definirà l’ingresso di Cassa depositi e prestiti e l’uscita di Atlantia – dunque della famiglia Benetton – da Aspi.

Venerdì scorso il ministero aveva fatto sapere che il giorno buono per l’intesa sarebbe stato mercoledì 5 agosto. Ma non tutti i nodi erano sciolti, visto che alcuni elementi del Piano economico finanziario inviato il 23 luglio non corrispondevano “alle condizioni precedentemente definite”. E il fine settimana, evidentemente, non è stato sufficiente per trovare la quadra. De Micheli ha sottolineato che “l’impianto che stiamo definendo in questi giorni, con una difficoltà giuridica che è importante, va nella direzione richiesta dalle famiglie delle vittime”. Che però speravano di arrivare all’inaugurazione del nuovo ponte di Genova con i Benetton già fuori dalla gestione. Invece non sarà così: in via provvisoria, il San Giorgio sarà affidato ad Autostrade con l’azionariato attuale.

Nei giorni scorsi sono continuate le interlocuzioni tra Atlantia e Cdp per definire il memorandum of understanding. Nell’ultima controproposta inviata da Atlantia, la società ha proposto una versione aderente all’accordo raggiunto col governo la notte del 14 luglio: un’operazione a fasi, partendo dall’aumento di capitale con ingresso di Cdp, vendita di un pacchetto del 22% a soci istituzionali e successiva scissione di Aspi da Atlantia e quotazione in Borsa. Uno schema diverso dalla proposta inviata la settimana prima da Cdp, che prevedeva passaggi molto ravvicinati (scissione, quotazione e aumento di capitale al prezzo dell’Ipo) con l’obiettivo di assicurare la massima trasparenza e il prezzo più giusto possibile.

La ministra ha evidenziato come tutto va nella direzione “di recuperare tante e tante risorse per mettere a punto la rete autostradale”. Risorse che “metterà il concessionario Autostrade per l’Italia”. In più, ha detto, “abbiamo sistemato progressivamente, dal decreto Genova in poi, tutta un serie di misure che consentono allo Stato di controllare e impedire che ci siano arricchimenti che non sono derivati da una efficiente e buona gestione delle autostrade”.

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