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“Noi, malati a lungo termine, siamo la seconda ondata di Covid. Mio marito deve lavarmi, vestirmi e aiutarmi a mangiare”

La scrittrice britannica Jemma Kennedy ha deciso di raccontare la sua storia in un toccante blog pubblicato sul Guardian:“Dimenticatevi la seconda ondata di Covid-19. Noi siamo la seconda ondata. Abbiamo bisogno di aiuto, ora”, ammonisce

di F. Q.

Ha contratto il Covid-19 a metà marzo e ancora oggi, a fine luglio, si trova a fare i conti con i sintomi del virus: è una dei cosiddetti “malati a lungo termine” di coronavirus, ovvero quel gruppo sempre più numeroso di persone in tutto il mondo che sperimentano la malattia anche dopo esser risultati ufficialmente negativi al tampone. Così la scrittrice britannica Jemma Kennedy ha deciso di raccontare la sua storia in un toccante blog pubblicato sul Guardian:“Dimenticatevi la seconda ondata di Covid-19. Noi siamo la seconda ondata. Abbiamo bisogno di aiuto, ora”, ammonisce.

In assenza di risposte da parte dei medici, è difficile – a livello psicologico – accettare i sintomi: “La scorsa settimana mi sono arresa e ho passato tutto il giorno a letto. Mio marito deve vestirmi, lavarmi e aiutarmi a mangiare. Mi dice: ‘Non so cosa fare per te’. Neanche io lo so, nessuno lo sa”, scrive la Kennedy.

Fino a prima di contrarre il coronavirus, si allenava, dormiva il giusto, si nutriva di buon cibo. Poi all’improvviso tutto è cambiato: “Adesso il mio cuore la notte fa delle pirouette, faccio fatica ad addormentarmi e spesso devo sedermi per evitare di sentire quel dolore lancinante ai polmoni. Mesi di gastroenteriti mi hanno lasciato una lieve colite che mi obbliga a rispettare un regime alimentare molto severo. La mia testa mi fa male, la pelle mi pizzica, la stanchezza mi copre come una pesante coperta”.

Rispetto a tante altre persone che sperimentano tali sintomi, ma vivono sole o devono accudire dei figli o hanno difficoltà finanziarie, la scrittrice si sente fortunata. Ecco perché esorta a trovare il modo di aiutare chi è svantaggiato economicamente ed è stato colpito da Covid. Secondo la Kennedy, è necessario che storie come la sua diventino popolari, è importante che la gente sappia, soprattutto i più giovani, per non sottovalutare assolutamente la portata del Covid: “Per alcuni il peggio è passato – conclude -. Per altri è solo l’inizio”.

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