Il procuratore capo di Alessandria Enrico Cieri aveva chiesto 12 anni con rito abbreviato (18 senza) per i coniugi Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco, ma i giudici hanno deciso di condannarli a quattro anni per crollo doloso, truffa e lesioni. La vicenda è quella dell’esplosione, nel novembre dello scorso anno, della villetta di Quargnento in cui tre vigili del fuoco morirono e altri due rimasero feriti insieme con un carabiniere. I due sono attesi l’11 settembre a un altro processo, in Corte d’Assise, per omicidio plurimo doloso aggravato.

Vincenti, prima della parola ai difensori, ha chiesto di parlare per manifestare il suo “dispiacere”. Come ribadito dagli avvocati Lorenzo Repetti e Vittorio Spallasso “ci teneva a scusarsi per tutte le vittime, per le famiglie e per tutti quelli rimasti coinvolti in quella tragedia immane. Ha manifestato dolore per quanto successo. E lo ha fatto con difficoltà ed emozione nell’eloquio. Ha chiesto scusa, in generale, e detto di pregare tutti i giorni”. Vincenti è detenuto dallo scorso 9 novembre e reo confesso; la moglie è stata arrestata lo scorso 24 giugno in seguito alla decisione della Cassazione sulle misure cautelari.

“Siamo soddisfatti delle conclusioni del pm: la richiesta è di 18 anni per entrambi, con il rito 12”, aveva commentato dopo la richiesta della Procura l’avvocato Giovanni De Stefano del Foro di Reggio Calabria, parte civile per Elena Barreca, vedova del vigile del fuoco Antonino Candido, morto con i colleghi Matteo Gastaldo e Marco Triches nella seconda esplosione nella cascina nella notte tra il 4 e 5 novembre 2019. Nello scoppio rimasero feriti anche i pompieri Giuliano Dodero (caposquadra) e Graziano Luca Trombetta e il carabiniere Roberto Borlengo. Presente in aula la stessa Barreca che, all’uscita, non ha però voluto fare commenti. “È una tragedia per tutte le famiglie”, rimarca il legale. Per Giuseppe Lanzavecchia, parte civile per Comune di Quargnento e vicino di casa calunniato, con risarcimento danni, “si tratta di una richiesta rigorosa che tiene conto della gravità del comportamento prima e dopo i fatti”.

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