Il nuovo ponte Morandi sarà inaugurato lunedì 3 agosto alle 18.30. L’annuncio è stato dato dal sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera, Marco Bucci. L’infrastruttura si chiamerà ponte Genova San Giorgio, ha spiegato il primo cittadino del capoluogo ligure. A meno di due anni dal crollo che provocò 43 morti, la città avrà nuovamente la sua infrastruttura autostradale, che veniva usata anche per la viabilità comunale tra ponente e levante.

“Il ponte è d’acciaio, ci sono circa 20mila tonnellate di acciaio una quantità enorme lavorata negli stabilimenti Fincantieri più qualche stabilimento di Genova come il San Giorgio e hanno fatto veramente un bel lavoro – aveva spiegato Bucci a TgCom24 – Questi pezzi sono stati tutti montati su impalcature create da Salini Impregilo e con l’aiuto di un’azienda importante per i sollevamenti, la Fagioli, che è dell’Emilia Romagna. Quindi tutta l’Italia ha partecipato al Ponte, per questo parlo di Modello Italia”.

Domenica sono iniziate le prove di carico, in programma fino a sabato. Poi toccherà al ministero dei Trasporti – insieme al gestore dell’infrastruttura, ovvero Autostrade – a compiere la verifica. Il 27 luglio è invece previsto il concerto sotto il nuovo ponte con l’omaggio ai 43 morti nel crollo del Morandi, al quale i parenti delle vittime hanno scelto di non partecipare. Quindi l’inaugurazione, sei giorni dopo, alla presenza anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Dal giorno del disastro all’inaugurazione saranno quindi trascorsi 720 giorni. Era il 14 agosto 2018 quando il viadotto sul Polcevera crollò all’improvviso travolgendo auto e tir in transito. Morirono 43 persone, 566 abitanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e la procura guidata da Francesco Cozzi sta ancora indagando sulle cause del crollo e ha allargato l’inchiesta a come Autostrade svolgeva i controlli su tutte le infrastrutture in gestione, dai ponti alle gallerie. Il collasso del Morandi è stato alla base della decisione del governo di togliere il controllo della società dalle mani della famiglia Benetton: una disputa durata quasi due anni e conclusa la scorsa settimana con un’intesa tra concedente e concessionario.

La fase di ricostruzione è ufficialmente iniziata il 22 marzo dello scorso anno, con la dichiarazione di agibilità del cantiere e il via ai lavori. Tre settimane dopo, il 15 aprile, è stato posto il primo palo di fondazione di una pila. Il 25 giugno – alla presenza dell’allora ministro per le infrastrutture Danilo Toninelli – è stata effettuata la gettata di cemento per la fondazione della pila 9, la prima delle 18 previste. L’1 ottobre, invece, è salita la prima campata d’acciaio tra le pile 5 e 6 alla presenza del premier Giuseppe Conte accompagnato dalla ministra per le infrastrutture Paola De Micheli. Il progetto che l’architetto Renzo Piano ha donato alla città ne conta 19: tre da 100 metri e le altre da 50. In totale il nuovo ponte Morandi sarà lungo 1.067 metri.

L’ultima campata, contrariamente a quanto previsto, non è stata posata entro la fine del 2019. Ma i lavori – va detto – non si sono mai fermati. Né quando, il 13 dicembre, è scoppiato un incendio sulla sommità della pila 13, e nemmeno quando è scattato il lockdown per la pandemia di Covid-19. Il cantiere – nel quale hanno lavorato mediamente 600 persone, con picchi di mille – è infatti considerato “strategico”. E proprio in quei giorni – 10 marzo – è salita la maxicampata sul Polcevera, corrispondente a quella crollata il 14 agosto di due anni fa. Il 20 marzo è stata issata la seconda campata da 100 metri: il grande impalcato, trasportato vicino alla ferrovia, ha di fatto ‘scavalcato’ i binari ‘salendo’ su un gradino alto 5 metri. Lo scorso 28 aprile è stata fissata l’ultima campata, quindi è iniziato il conto alla rovescia che terminerà il 3 agosto.

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