Torna in libertà il colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli che era stato arrestato a dicembre per violazione di segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita-Scott”, coordinata dalla Procura di Catanzaro che ha stroncato la cosca Mancuso di Limbadi e i suoi referenti politici. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ieri ha annullato senza rinvio dell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dell’ex comandante del Reparto operativo di Catanzaro che, al momento dell’arresto, era comandante provinciale di Teramo. Assistito dagli avvocati Giuseppe Fonte e Gennaro Lettieri, Naselli era finito in carcere a causa dei suoi rapporti con l’avvocato Giancarlo Pittelli, uno dei principali indagati dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia.

In particolare, secondo la Procura, Naselli avrebbe violato “i doveri inerenti alle sue funzioni – si legge in uno dei capi di imputazione – e comunque abusando della sua qualità di pubblico ufficiale, quale Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri con l’incarico di Comandante Provinciale di Teramo”. In questo modo, lui e l’avvocato Pittelli “acquisivano notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete e ne rivelavano o ne agevolavano la conoscenza”. Secondo gli inquirenti, in sostanza, il militare era solito passare informazioni riservate all’ex parlamentare di Forza Italia accusato di concorso esterno con la ‘ndrangheta.

Dopo un mese di carcere, il 18 gennaio il Tribunale del Riesame aveva concesso a Naselli il beneficio degli arresti domiciliari. Al di là delle esigenze cautelari, però, nei confronti di Naselli e di altri 478 indagati l’inchiesta è andata avanti. Nelle settimane scorse, infatti, la Procura ha chiuso le indagini. In attesa della richiesta di rinvio a giudizio e che il gup fissi l’udienza preliminare, quindi, la Cassazione ha annullato l’arresto.

“Termina qui la vicenda cautelare e probabilmente anche processuale del colonnello Naselli”. È il commento dell’avvocato Fonte secondo cui “la decisione di annullamento senza rinvio adottata dalla Suprema Corte nel caso di specie, anche in assenza di deposito della motivazione, è indicativa della insussistenza giuridica dei fatti contestati al Naselli”. “È molto triste la presa d’atto – aggiunge il legale – che, per avere ragione sulla illegittima privazione della libertà di un uomo, si sia dovuto ricorrere alla Corte di Cassazione. La soluzione giuridica della vicenda cautelare di Naselli era, infatti, già stata dalla difesa sostenuta ed esposta nelle fasi di merito con la stessa chiarezza ma senza alcun successo. Si tratta di un fatto molto grave. L’ingiusta sottoposizione a custodia cautelare di un uomo dovrebbe essere, in uno stato di diritto, l’eccezione. Casi come quello del colonnello Naselli dovrebbero fare riflettere, non poco, la nostra giurisdizione di merito”.

Il giorno prima della sentenza sul comandante provinciale di Teramo, sempre la Cassazione ha annullato senza rinvio anche l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti dell’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.

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