Tensioni in Francia nel giorno dell’insediamento del nuovo governo dopo il rimpasto voluto da Emmanuel Macron. Mentre si è insediato il primo consiglio dei ministri infatti, davanti all’Eliseo hanno protestato femministe e attiviste francesi che chiedono le dimissioni del neo ministro dell’Interno Gerald Darmanin, accusato di stupro e ancora sotto indagine. Ma non è l’unica figura che sta facendo discutere il Paese. Al centro del dibattito è finito anche il neoministro della Giustizia, il celebre avvocato Eric Dupont-Moretti che non solo è contestato dalle femministe per le sue prese di posizione contro il movimento MeToo, ma è ritenuto eccessivamente divisivo anche dai magistrati. “E’ una dichiarazione di guerra alla magistratura”, ha commentato l’USM, primo sindacato dei magistrati in Francia. “Sarò il ministro del dialogo”, ha replicato l’avvocato. “Il mio sarà il ministero dell’antirazzismo e dei diritti umani”.

Oggi le attiviste hanno organizzato due proteste a Parigi, accusando il presidente Macron di aver tradito la promessa fatta di rendere l’uguaglianza tra donne e uomini la grande missione del suo mandato. “Macron sta inviando un messaggio forte e violento a tutta la società e alle donne vittime”, è il messaggio delle organizzatrici, “sta togliendo la legittimità delle parole di tutti coloro che hanno avuto la forza e il coraggio di parlare della violenza che hanno subito”.

Gerald Darmanin, ex ministro dei Conti pubblici e ora assegnato agli Interni al posto di Castaner, è sotto inchiesta preliminare per un’accusa di stupro. L’indagine si basa su una denuncia del 2017 di una donna che afferma che Darmanin l’ha violentata quando ha cercato aiuto legale da lui nel 2009. Darmanin ha riferito che l’incontro fu consensuale e fece causa alla donna per calunnia. Solo l’11 giugno scorso la Corte d’appello di Parigi ha respinto la richiesta di archiviazione. Proprio l’Eliseo nelle scorse ore aveva fatto sapere che l’accusa di stupro a carico di Darmanin “non era da considerarsi un ostacolo alla sua nomina”. Nel 2008 era già stata archiviata un’altra accusa di violenza sessuale nei confronti di Darmanin: una donna del comune di Tourcoing, comune dove il neomnistro era sindaco, lo aveva accusato di averle chiesto favori sessuali in cambio di un alloggio.

Ma non c’è solo la nomina di Darmanin a creare problemi nel nuovo governo. Tante le critiche per la scelta di nominare l’avvocato Dupond-Moretti come ministro della Giustizia. Il legale è molto noto in Francia. E’ stato Dupond-Moretti, tra le altre cose, a difendere l’ex ministro socialista Cahuzac condannato per frode fiscale a soli tre anni e mezzo. E’ stato poi protagonista di alcuni dei processi più noti degli ultimi anni: ha difeso l’ex ministro e imprenditore Bernard Tapie (molto vicino a Sarkozy), il calciatore Karim Benzema accusato di violenze sessuali, ed è difensore del terrorista Abdelkader Merah, fratello del jihadista autore della strage a Tolosa nel 2012, oltre a far parte del collegio di difesa internazionale di Julian Assange. Il neoministro è noto anche perché nel 2015 si fece portavoce della proposta di mettere fuori legge il partito di estrema destra il Front National.

In particolare oggi a Dupond-Moretti viene contestato il fatto che mentre il movimento MeToo incoraggiava le donne di tutto il mondo a parlare della cattiva condotta sessuale di uomini potenti, Dupond-Moretti criticava le “donne pazze” che “crocifiggevano” gli uomini sui social network. Nel suo rimpasto di governo Macron ha sostituito il ministro per l’uguaglianza di genere Marlene Schiappa, che ora lavorerà sotto Darmanin. Alla prima protesta di martedì, vicino al palazzo elettorale del presidente e al ministero degli Interni, i manifestanti hanno chiesto le dimissioni dei ministri. Successivamente i dimostranti si sono riuniti presso il ministero della Giustizia per una simbolica “sepoltura” delle promesse di Macron.

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