I numeri risicati in Senato e le discussioni nel governo su alcuni dei dossier fondamentali dell’agenda politica riaprono le danze dei retroscena sull’ipotesi di alleanze alternative e nuovi schemi per evitare l’eventuale ritorno alle urne. Il protagonista ancora una volta è Silvio Berlusconi. Mentre i suoi provano a cavalcare la vicenda dell’audio del giudice Amedeo Franco per dipingerlo come una vittima di un inesistente “golpe politico giudiziario” (arrivando addirittura a chiedere di nominarlo senatore a vita), l’ex premer prova ad approfittare del momento per ritagliarsi il ruolo di ago della bilancia in Parlamento. Così, intervistato da Repubblica, mentre da una parte nega che ci siano le condizioni per il tanto evocato (da alcuni) “governo di unità nazionale“, dall’altra non chiude alla possibilità di “verificare nuove maggioranze“. Ma soprattutto, alla domanda su quanto rischia davvero l’esecutivo a Palazzo Madama, risponde con parole tutt’altro che belligeranti: “Credo che fra i parlamentari, anche fra quelli della maggioranza, sia diffusa la consapevolezza del fatto che il Paese su questa strada va incontro al disastro economico. Non escludo affatto che in alcuni di loro prevalga l’amore per la nazione rispetto agli interessi personali o di partito”.

D’Incà”: Dopo questo governo solo il voto” – Dichiarazioni evocative di quel tacito assenso che sarebbe arrivato dall’ex Cavaliere sui dialoghi tra parti della maggioranza e Forza Italia e che arrivano poche ore dopo il passaggio del senatore Vincenzo Carbone da Fi ai renziani di Italia viva. E che provocano una duplice reazione. “Credo che unico l’epilogo di questo governo sia il voto anticipato, non vedo altre maggioranze”, dice il ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, intervistato a Coffee Break su La7. Ma negativa è pure la replica della Lega. “La via maestra sono le elezioni”, replicano fonti autorevoli del Carroccio. “Mandare a casa un governo che blocca tutto è vitale per il futuro dell’Italia, certo sul Mes -precisano le stesse fonti- la posizione di Forza Italia è contro l’interesse nazionale italiano“.

Lega: “Alternativa è solo le elezioni”. Fi: “Leggano tutta l’intervista” – Dello stesso tenore la dichiarazione di Giorgia Meloni: “L’alternativa per noi è sempre il voto e particolarmente in questo caso. Ma io penso che il titolo dell’intervista di Berlusconi fosse un pochino forzato. Berlusconi non dice facciamo un Governo di unità nazionalè”. A SkyTg24 la leader di Fratelli d’Italia rilascia una dichiarazione ironica: “Ho imparato a leggere le interviste oltra ai titoli”. E infatti Forza Italia dirama un comunicato per invitare le “fonti della Lega a leggere il testo delle interviste senza fermarsi ai titoli. Se l’avessero fatto, avrebbero scoperto che il presidente Berlusconi non si è mai detto a favore di un governo di unità nazionale, ma, al contrario, ritiene che ‘non esistono le condizionì e che qualunque decisione andrebbe comunque ‘verificata con gli alleatì”. Sulla stoccata ricevuta riguardo al Mes, i berlusconiani considerano “irrinunciabile, perché è senza condizioni, consente all’Italia di risparmiare, e che rappresenta l’unico tema sul quale, come recita l’intervista, ‘abbiamo opinioni diverse dai nostri alleatì”.

Berlusconi: “Con i 5 stelle visione opposta” – Ma che cosa ha detto Berlusconi nell’intervista a Repubblica? L’ex cavaliere ha ribadito che il principale ostacolo a qualsiasi cambio di schema rimangono i 5 stelle con i quali è impossibile (da entrambe le parti) pensare a un tavolo comune. Quindi alla domanda se pensa che, in autunno, si apriranno le condizioni per un governo di unità nazionale, ha replicato: “Non credo che ne esistano le condizioni e non credo servirebbe all’Italia un governo con forze politiche antitetiche fra loro. Noi e i 5 stelle, per esempio, abbiamo una visione diametralmente opposta su tutto. Se però in questo Parlamento si creassero davvero le condizioni per una maggioranza diversa, più efficiente, più rappresentativa della reale volontà degli italiani, andrebbe verificata, naturalmente prima di tutto con i nostri alleati”.

“Forza italia disponibile al confronto” – Secondo l’ex Cavaliere però per il governo Conte i prossimi mesi saranno sempre più difficili. “Se sopravviverà alla crisi economica di autunno? Mi pare sempre più difficile”, continua, “ma la voglia di sopravvivenza del ceto politico dei Cinque Stelle può fare miracoli. Il presidente Conte ha dato prova di sapersi destreggiare con abilità fra le contraddizioni della sua maggioranza. Peccato che tale abilità sia utile solo a lui e non all’Italia”. In merito all’invito rivolto nelle scorse ore dal presidente del Consiglio alle opposizioni, l’ex Cavaliere ha ribadito di essere disponibile al dialogo: “Sin dall’inizio della crisi Forza Italia è stata disponibile al confronto. Parteciperemo, insieme con Lega e FdI, e consegneremo un dossier di proposte per la ripartenza”. Ma su un punto Forza Italia è in disaccordo con la coalizione e offre una mano alla maggioranza: il Mes. “Su questo tema non è un mistero che abbiamo opinioni diverse dai nostri alleati. La nostra posizione è frutto della cultura liberale, europeista, occidentale, che solo noi rappresentiamo nel panorama politico italiano. Il centrodestra è un’alleanza, non un partito unico e non lo diventerà mai. Quindi è ovvio che vi siano differenze di vedute. Tuttavia siamo sempre stati capaci, nelle stagioni di governo, di fare una sintesi. Sono invece il governo e la maggioranza che devono fare chiarezza al loro interno e portare il Mes al voto in aula”.

Calenda tifa inciucio: “Pd e Fi non sono diversi” – Insomma, Berlusconi prova in tutto e per tutto a tornare al centro della politica italiana. E lo fa mentre i suoi dietro spingono le ricostruzioni del golpe inesistente e arrivano addirittura a proporre che diventi senatore a vita come “risarcimento”. E lui, l’ex Cavaliere, sempre a Repubblica, dice di non volersi esprimere nel merito: “Sono onorato della proposta e grato a chi l’ha avanzata ma non sta certo a me dare valutazioni in merito”. Chi tifa per un cosiddetto fronte repubblicano, o meglio l’ennesima ipotesi di larghe intese Fi-Pd, è il leader di Azione Carlo Calenda: “Possiamo liberarci dai ‘mostri’ “con la consapevolezza”, ha detto al Corriere della sera. “Il nostro rapporto con la politica è malato. Le politiche del Pd e di Forza Italia non sono sostanzialmente differenti, diano vita a un fronte repubblicano. I decreti sicurezza sono fascisti con Salvini e buoni con il Pd. Non daremmo da gestire un bar a Di Maio ma gli facciamo fare il ministro degli Esteri”. Per Calenda, M5s e Lega sono generatori di caos, ma non di eversione. Quanto a Renzi, “ha governato molto bene. Ma non condivido nulla del modo in cui fa politica oggi”. Conte invece, “è la persona più distante da me dell’universo. Si arrotola nella retorica, indefinita, magniloquente, vuota. Conte non dice e non decide mai niente”.

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