Viva l’Italia. L’Italia liberata L’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura. Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. L’Italia con gli occhi aperti nella notte triste. Viva l’Italia. L’Italia che resiste“. Così sui suoi canali social il premier Giuseppe Conte ha ricordato la Festa della Liberazione del 25 aprile, prendendo in prestito proprio uno dei brani più famosi di Francesco De Gregori. Il cantautore avrebbe voluto contattare il premier per ringraziarlo e confrontarsi sulle difficoltà che i lavoratori dello spettacolo stanno vivendo, a causa del rinvio dei concerti al prossimo anno. Ma qualcosa è andato storto.

“Durante la quarantena ho provato a contattare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – rivela a Vanity Fair -. Aveva usato alcune parole di una mia canzone per festeggiare il 25 aprile. Volevo ringraziarlo e provare a parlargli perché al di là dei versi di ‘Viva l’Italia’ mandare un messaggio al Paese attraverso una canzone. Mi sembrava un implicito riconoscimento dell’utilità delle canzoni. Durante il lockdown, dall’altra parte, tra un balcone e l’altro, le canzoni avevano rappresentato una consolante bandiera di socialità condivisa. Ed è normale perché la gente ama le canzoni. Quindi decido di telefonare a Conte pur sapendo che aveva e ha i suoi problemi. Non è che volessi intrattenerlo né pensavo che me lo passassero subito. Credevo però di poter parlare con la sua segreteria, lasciare un messaggio, fargli sapere che lo stavo cercando”.

Però non c’è stata alcuna risposta. “Il centralino non mi ha passato la segreteria di Conte e così non ho potuto nemmeno lasciargli un messaggio. – racconta De Gregori – Capisco che abbia molto da fare, ma se devo dirle la verità, l’ho trovato un atteggiamento abbastanza deludente”.

De Gregori avrebbe voluto parlare con il premier dei “lavoratori dello spettacolo che in questo momento sono in grande difficoltà e di non dimenticarsi di migliaia di famiglie che campano grazie agli spettacoli dal vivo. So che non siamo i primi di cui il governo si occuperò, ma mi sarebbe piaciuto dire comunque ‘esistiamo anche noi’”. Non resta che sperare negli Stati Generali della Musica che si terranno a settembre con tutte le categorie del settore interessate. Una iniziativa nata dai numerosi appelli degli artisti e dalla campagna di sensibilizzazione del movimento La Musica Che Gira.

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