Il ricorso al fondo salva-Stati e in generale le decisioni sui fondi europei che “passeranno dal Parlamento”. Poi l’ipotesi taglio Iva e la possibilità di applicarlo per chi decide di pagare cashless, così da combinare l’incentivo ai consumi e alla moneta elettronica. Infine il ritorno a scuola, il taglio del cuneo fiscale (entrato in vigore oggi e che il governo punta a far diventare “strutturale”) e l’aumento delle pensioni di invalidità come richiesto dalla Consulta. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante il question time a Montecitorio, ha risposto alle diverse interrogazioni orali dei partiti su alcuni dei temi più importanti dell’agenza politica dell’esecutivo in queste settimane.

“Accesso al Mes in cambio di taglio Iva? Nessuna connessione”. E anticipa ipotesi per rilanciare consumi e moneta elettronica – Innanzitutto, replicando alle richieste del gruppo del Carroccio, Conte ha smentito che ci siano trattative per vincolare il ricorso al fondo salva-Stati in cambio di un taglio dell’Iva. “Non vi è alcuna connessione”, ha dichiarato, “tra le linee di credito del Mes, relativo alle spese sanitarie, e le scelte generali di politica di bilancio relative alla spesa pubblica e la tassazione”. Proprio di una rimodulazione della tassa, il presidente del Consiglio aveva parlato al termine degli Stati generali. Oggi ha ribadito che la misura è allo studio dell’esecutivo: “Il governo, io e il ministro, abbiamo tutti confermato che è un’ipotesi, non abbiamo ancora deciso sul punto. La stiamo valutando. Nessuna decisione è ancora presa”. Quindi “nessuna discrasia”, così come è stata definita nell’interrogazione della Lega, tra il capo del governo e il ministro Gualtieri.

A questo proposito, il presidente del Consiglio ha lasciato trapelare un piano per conciliare il rilancio dei consumi e l’incentivo all’uso della moneta elettronica. “L’ipotesi”, ha detto, “su cui si può anche ragionevolmente lavorare, a mio avviso è quella di mettere insieme due istanze, dando una scossa ai consumi attraverso un possibile sgravio dell’Iva per chi ricorre alla moneta elettronica. In sostanza, si potrebbe delineare un meccanismo incentivante che combina l’esigenza di rilanciare, sì, la domanda, ma insieme anche di modernizzare il Paese e di incentivare i pagamenti digitali e, quindi, anche quella prospettiva per cui tutti paghino le tasse, perché tutti possano pagare meno”.

Conte ha anche rivendicato come “il governo abbia intrapreso una strategia cashless per promuovere i pagamenti elettronici”: “I tetti sul contante sono in linea con il resto d’Europa, o a volte inferiori. Detto questo stiamo lavorando sui micropagamenti: pensiamo a a un protocollo volontario con le banche per contenere i costi delle carte. Un obbiettivo non facile da conseguire, tenuto conto del numero dei soggetti e la loro natura internazionale”.

“Aiuti Ue? Serve intesa rapida che mantenga ambizione di partenza” – Al momento, come confermato da Conte, una delle partite più importanti per l’esecutivo rimane quella dei fondi europei per superare la crisi per il coronavirus: “In queste ore il governo sta conducendo un’intensa attività diplomatica per garantire una risposta Ue adeguata alla crisi”, ha detto ancora il premier. “Ne ho parlato in questi giorni con il premier Rutte e la cancelliera Merkel: da parte italiana resta l’obiettivo di un’intesa rapida che mantenga l’ambizione di partenza. Il risultato finale non dovrà discostarsi dalla proposta della commissione quanto a volume e modalità” di erogazione del Recovery Fund. Sul quadro finanziario Pluriennale “abbiamo già detto di ritenere anacronistici i “rebates” (gli sconti che usano i Paesi che usano meno di fondi europei). Sappiamo che per alcuni Stati sono importanti ma vogliamo ritenere che questa stessa sensibilità venga mantenuta da questi Stati membri rispetto al piano Nex Generation Ue“.

Quindi ha ribadito che “a settembre l’Italia presenterà un Recovery plan, inclusivo del nostro programma di riforme. Un impegno che manteniamo. Inoltre confermo che ogni decisione sulle risorse europee sarà condiviso, ben volentieri, con il Parlamento”. Proprio questo passaggio rimane fondamentale, soprattutto alla luce delle accuse da parte delle opposizioni.

Il decreto Semplificazioni come “la madre di tutte le riforme” – Il premier rispondendo alle richieste di Italia viva ha difeso il decreto Semplificazioni, sul quale l’esecutivo è al lavoro in queste ore e dal quale è stato stralciato solo ieri sera il condono. “La pandemia ha determinato una recessione senza precedenti”, ha detto Conte. “Tra gli strumenti per rilanciare la crescita vi è senz’altro il decreto semplificazioni, che ritengo indispensabile per modernizzare l’Italia e far correre tutto il Paese. Ed è per questo che in queste ore ci stiamo confrontando in maniera costruttiva per trovare una soluzione”. Le misure, ha continuato, “che saranno introdotte con il dl semplificazione puntano a velocizzare l’iter delle opere e il rafforzamenro dei presidi di legalità. Pensiamo a semplificare le procedure affidando i contratti in modo più rapido, in questo momento, transitorio. Compatibilmente introdurremo procedure negoziate anche senza bando, compatibilmente alla normativa europea. Deroga associata a misure di trasparenza e controlli antimafia rafforzati”. Quindi, sempre rivolgendosi ai renziani, Conte ha chiuso: “Nel decreto sono state studiate e in parte accolte le proposte di Italia viva. Vogliamo superare la cosiddetta “paura della firme” per i dipendenti pubblici” nel comparto opere pubbliche.

“Ex Ilva? Trattativa con Arceor Mittal prosegue. Settore siderurgico strategico” – Per quanto riguarda l’ex Ilva e lo stato dei tavoli, il premier ha garantito che “attualmente la trattativa sta proseguendo” con ArcelorMittal. “Come è noto in queste ore si sta lavorando alla nuova compagine societaria e si sta valutando anche l’intervento pubblico perché riteniamo che questo sia la garanzia migliore”. In generale, ha detto: “Il settore siderurgico costituisce un elemento strategico: c’è una crisi perdurante in Italia e in Europa. L’obbiettivo del governo è un piano strategico che soddisfi il bisogno di acciaio nel rispetto delle regole Ue. Serve una transizione energetica e questo settore deve orientarsi in questo senso. Il progetto di rilancio deve includere soluzioni alle crisi più gravi”.

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