Il primo e il terzo settore. Dopo il round con gli industriali, gli Stati Generali dell’economia proseguono con l’agricoltura e il turismo. “Dobbiamo sfruttare appieno questa opportunità“, quella che arriverà dai fondi europei previsti con il Recovery Fund, ha spiegato il premier Giuseppe Conte parlando ai rappresentanti del mondo agricolo, con cui si è tenuto il primo vertice a villa Doria Pamphilj. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha messo sul piatto gli effetti del coronavirus sul settore: perdite stimate in 12,3 miliardi di euro nel 2020. L’emergenza però ha fatto emergere anche un altro aspetto, sostiene sempre Prandini: con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro. La semplificazione è stata proprio una delle parole chiave dell’incontro a villa Pamphilj: una necessità ribadita da tutti i rappresentanti del mondo agricolo. Mercoledì il premier Conte ha annunciato la volontà di portare il decreto in Consiglio dei ministri la prossima settimana.

Nel pomeriggio l’incontro con i rappresentanti del mondo del turismo e della cultura, aperto dal presidente del Consiglio Conte. Presente anche il ministro Dario Franceschini. “Si va in vacanza in Italia. Abbiamo una tale ricchezza e bellezza che valorizzarle sarà il nostro must. Non c’è dubbio”, ha detto il premier Conte. Che, dopo gli attacchi di Bonomi di mercoledì, ha ricevuto oggi le critiche di Confindustria Alberghi: “Non possiamo non esprimere il nostro disappunto rispetto ad un programma che ha previsto per il settore del turismo solo poco più di un’ora. Questo non riflette l’attenzione che ci saremmo aspettati”. La presidente di Federturismo, Marina Lalli, ha evidenziato che “da alcune stime preliminari rischiamo la chiusura definitiva del 20-30% delle imprese turistiche”.

“Da quando è iniziata la pandemia in Italia – ha spiegato Prandini – il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività“. Da qui la necessità di intervenire con un piano nazionale per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali. In gioco, ha ricordato il presidente di Coldiretti, “c’è una filiera allargata che dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati“.

Con la pandemia, si registra un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne. “Un’opportunità che deve essere accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione”, ha chiesto il presidente Coldiretti, sottolineando che “la cancellazione per quest’anno dei versamenti contributivi dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti nei settori più colpiti rappresenta una boccata di ossigeno. Ma serve anche una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne”.

Inoltre, il numero uno di Coldiretti ha proposto di aumentare a 1 miliardo di euro la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato agli indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made in Italy. Prandini ha spiegato la sua una proposta: “Acquistare cibo da destinare agli indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made in Italy”. “Un obiettivo da estendere anche alla ristorazione pubblica – ha aggiunto il presidente di Coldiretti – stilando un grande piano di acquisti di prodotti italiani per le mense di scuole, ospedali e caserme, ma anche un credito di imposta a favore della ristorazione privata che garantisce la provenienza dei cibi serviti”.

“In tema di competitività dell’agricoltura, bisogna ragionare sul lungo periodo, puntando a una vera e propria ristrutturazione del settore”, ha detto il presidente della Copagri, Franco Verrascina, intervenuto agli Stati generali. A questo proposito la Copagri ha stilato un pacchetto di richieste con diverse priorità, a partire dalla semplificazione burocratica e dalla rinegoziazione del debito, con particolare riferimento a mutui e altri finanziamenti.

Confagricoltura invece propone al governo “una riduzione delle aliquote Iva sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale sul lavoro in modo da rilanciare i consumi”, come ha spiegato il presidente Massimiliano Giansanti. “Siamo pronti a scrivere insieme un Patto per il Sistema Italia – ha precisato Giansanti – perché se le risorse messe a disposizione dall’Europa sono fondamentali per avviare un cambiamento dell’economia in chiave di competitività”. Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, chiede di “dare forma credibile a un progetto più ampio che consideri l’agricoltura centrale e avanzi secondo una visione chiara e di lungo periodo”. “Sono due le strade principali da percorrere in parallelo – ha detto Scanavino -. Quella europea che deve vedere l’Italia ben posizionata nel contesto delle politiche comunitarie, definite dal Green New Deal e con le strategie Farm to Fork, Biodiversity e Next Generation Eu. L’altra strada è quella tutta italiana di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo e al rafforzamento dei sistemi produttivi territoriali”.

“Non posso nascondere la preoccupazione profonda sulla tenuta del sistema nel suo complesso. Il mese di settembre sarà decisivo”, ha detto la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli. Secondo Lalli “senza interventi diretti, come finanziamenti a fondo perduto, moratorie consistenti su imposte e tasse e strumenti di integrazione salariale che eviterebbero la cassa integrazione, per molti non ci sarà futuro. Per questo chiediamo misure a costo zero, come quella relativa al prolungamento delle concessioni demaniali, che potrebbero essere di grande aiuto e sostegno”. Tra le altre nostre priorità “ci sono: infrastrutture, digitalizzazione, formazione e sostenibilità”, ha sottolineato Lalli. “Quello che chiediamo – ha concluso – è uno sforzo legislativo ulteriore per un Decreto che risponda in modo specifico a problemi che per la natura del nostro settore sono solo nostri e che richiedono interventi mirati“.

“Ora è arrivato il tempo di progettare una nuova stagione di sostegno e rilancio di questo settore, che peraltro produce il 13% del Pil e il 15% della forza lavoro, perché solo così si può creare ricchezza e nuova occupazione”. E’ il commento del Vice Presidente Vicario di Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, in rappresentanza di Confturismo, dopo l’incontro con il Governo agli Stati Generali.

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