Un unico centro anti-Covid regionale e un piano straordinario d’interventi in vista della seconda ondata di contagi prevista in autunno. Guidato dal pensionato più impegnato d’Italia, Guido Bertolaso, reduce dalla responsabilità dei due ospedali Covid della Fiera di Milano e di Civitanova. Sarebbe stato questo il disegno iniziale che ha spinto il governatore siciliano, Nello Musumeci, a contattare l’ex capo della Protezione Civile Nazionale e invitarlo nell’Isola per proporgli una collaborazione. Quel che è certo, è che la sua visita oltre lo Stretto di Messina non è passata inosservata: da quando Bertolaso ha messo piede nell’Isola, è stato un vespaio di indiscrezioni, polemiche e smentite.

Intanto per la fuga di notizie intercettata dal Giornale di Sicilia, che già lo scorso giovedì dava Bertolaso in lizza per il posto di Antonio Candela, presunto paladino antimafia e responsabile dell’emergenza Covid in Sicilia, finito ai domiciliari la scorsa settimana con l’accusa di corruzione. Notizia smentita direttamente da Musumeci, proprio nelle stesse ore in cui il suo vicepresidente, l’assessore all’Economia Gaetano Armao, si complimentava sui social per la nomina di Bertolaso. Un post rimosso poco dopo, mentre la vicenda aveva ormai assunto i contorni del pasticcio istituzionale. Per il governatore siciliano, infatti, la visita di Bertolaso, sarebbe stata poco più di un viaggio di piacere a Trapani, “dove ormeggia la sua barca. Un rapporto, quello col mare Trapanese, che parte da lontano, dalla Luis Vuitton Cup del 2005, una regata diventata presto un grande evento, per il quale si investirono quasi 70 milioni di euro sotto la supervisione della Protezione Civile nazionale, all’epoca guidata proprio da Bertolaso.

Il governatore siciliano ha ammesso di aver pranzato insieme al superpensionato responsabile dei due ospedali Covid di Milano e Civitanova (costati rispettivamente 21 e 8 milioni, i cui posti letto sono rimasti in gran parte liberi), ma nessuna conferma ad eventuali proposte di lavoro. Peccato che, in tempi di pandemia, l’Isola sia ancora chiusa ai turisti: così le dichiarazioni di Musumeci sono diventate oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata dal presidente dell’antimafia regionale, Claudio Fava, all’Assemblea Siciliana. “L’ordinanza del presidente della Regione in merito all’ingresso nel territorio regionale – si chiede Fava – è ancora valida o va interpretata in base ai rapporti di amicizia personali e politici?”. Secondo Fava, infatti, se si fosse trattato di una visita privata, Bertolaso, come qualunque altro cittadino, avrebbe dovuto rispettare la quarantena una volta arrivato in Sicilia. D’altra parte l’ex sottosegretario di Silvio Berlusconi si era pure ammalato di coronavirus all’inizio della pandemia, e aveva dovuto ricorrere al ricovero in ospedale prima di guarire dal Covid. “In una situazione che sta causando enormi disagi a tutti e nelle stesse ore in cui Musumeci si mostra inflessibile sulle procedure di riapertura del territorio regionale – ha sottolineato il deputato regionale -, una simile disparità di trattamento appare come uno schiaffo alle migliaia di cittadini siciliani rientrati nell’isola e costretti, ancora oggi, a restare isolati in quarantena per due settimane”.

Così ecco che a cercare di mettere la pezza è intervenuto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che nel ribattere al presidente dell’antimafia ha sostanzialmente smentito il governatore siciliano. “Mi spiace che Claudio Fava abbia preso un abbaglio, perché un abbaglio prima di lui lo ha preso la stampa. L’ordinanza del presidente della Regione specifica con chiarezza quali categorie di soggetti non sono sottoposti alla quarantena. Tra questi rientrano coloro che si trovano in Sicilia per ragioni di lavoro. Per ora punto”. Ma come lavoro? Ma il governatore non aveva detto che Bertolaso era andato a Trapani perché lì ormeggia la sua barca? Dunque Musumeci ha mentito? Bertolaso è in Sicilia per lavoro o per piacere, violando – in questa seconda ipotesi – le norme anticontagio?

A mettere tutti a tacere, in serata, è stato l’ex capo della Protezione Civile. Dapprima rispondendo alle domande dei cronisti, in serata postando sui social la convocazione ufficiale della Regione, firmata proprio da Musumeci. “In Italia se non si polemizza, non si riesce a dormire la notte: sono stato invitato dal presidente della Regione con convocazione ufficiale per dare una mano”. E la barca, ormeggiata a Trapani e tanto cara al pensionato più impegnato d’Italia? “Ho rifiutato vitto e alloggio – ha ammesso – preferendo starmene sulla mia barchetta, facendo anche risparmiare qualche euro al contribuente siciliano”.

Il mistero, intanto, tra i corridoi della Regione resta ancora in piedi: a Bertolaso potrebbe essere stato offerto l’incarico di responsabile per l’emergenza Covid al posto di Antonio Candela, ma anche il ruolo di capo della Protezione Civile regionale (proposta che Musumeci tentò di fare a Bertolaso già lo scorso ottobre, sussurrano i bene informati), o persino una superconsulenza alla Presidenza della Regione, per sostenere il governo nella gestione della possibile nuova ondata autunnale di contagi. Dubbi che potrebbero essere sciolti la prossima settimana, quando Bertolaso scioglierà la riserva decidendo se accettare o meno una delle proposte messe sul piatto da Musumeci.

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