Piccola procura, grandi inchieste e altrettanti scandali. Sono 10 anni che la Procura della Repubblica di Trani è sotto i riflettori nazionali. Oggi l’ultimo capitolo, con l’arresto dell’ex numero uno di palazzo Torres e attuale procuratore capo a Taranto Carlo Maria Capristo, accusato dai colleghi di Potenza di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, falso e truffa. Di abuso d’ufficio e favoreggiamento personale è invece accusato Antonino Di Maio, che a Trani ha preso il posto proprio di Capristo.

Ma prima di questa svolta sono state tante inchieste clamorose degli uffici della città pugliese, tra cui quelli del sostituto procuratore Michele Ruggiero sulle agenzie di rating (al processo, concluso con 7 assoluzioni, sfilarono come testimoni esponenti di primo piano dell’economia e della politica nazionali) ma anche su altri colossi finanziari (ad esempio sulle carte di credito revolving di American Express) e su Rai-Agcom. Quest’ultima indagine, che risale al 2010, quando Capristo era già procuratore capo a Trani da un paio di anni, arrivò a coinvolgere anche il presidente del Consiglio dell’epoca, Silvio Berlusconi, per presunte pressioni che avrebbe esercitato sui vertici dell’azienda televisiva di Stato per censurare la trasmissione Annozero di Michele Santoro.

Risale al 2016, quando Capristo era già stato nominato (da qualche mese) a Taranto e la procura era retta dal magistrato e procuratore aggiunto Francesco Giannella come facente funzioni, il ‘caso’ scoppiato su alcune foto di un sostituto procuratore che indagava sulla strage dei treni sulla linea ferroviaria AndriaCorato. La pm Simona Merra veniva ritratta a una festa in atteggiamento amichevole e scherzoso con l’avvocato di uno dei principali indagati dell’inchiesta relativa alla tragedia, tanto che Merra decise di abbandonare le indagini. Risalgono a gennaio 2019, invece, gli arresti da parte della Procura di Lecce (competente per territorio) di due magistrati, già in servizio a Trani anche all’epoca in cui procuratore era Capristo: il gip Michele Nardi, ancora in carcere, e il pubblico ministero di lunga esperienza Antonio Savasta, ora libero e a giudizio con rito abbreviato. Nell’indagine su quello che venne definito il ‘sistema Trani’ risultarono coinvolti imprenditori e avvocati oltre a un ispettore di Polizia.

Ai due magistrati, al momento dell’arresto entrambi in servizio al tribunale di Roma, sono state contestate le accuse di associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale perché, secondo la procura, avrebbero garantito esiti processuali favorevoli in alcune vicende giudiziarie e anche di giustizia tributaria in cambio di ingenti somme di denaro e in qualche caso di gioielli e diamanti e altre utilità. A giudizio a Lecce, anche lui con rito abbreviato, un altro ex pm di Trani, Luigi Scimè, indagato ma non arrestato, per corruzione in atti giudiziari. L’accusa a fine gennaio scorso ha chiesto la condanna a 10 anni e 8 mesi per Savasta (che a Trani aveva indagato nel 2006 il governatore della Banca d’Italia dell’epoca Antonio Fazio e il presidente della Consob Luigi Spaventa) e 4 anni e 4 mesi per Scimè. Nardi è a giudizio con rito ordinario e si trova recluso nel carcere di Matera. Ad aprile la richiesta di scarcerazione per problemi di salute, presentata dalla sua difesa, è stata respinta. I fatti contestati si riferiscono a un periodo tra il 2014 e il 2018.

Sono stati 10 anni durante i quali il vertice della Procura è cambiato varie volte. Quando nel 2016 Capristo, arrivato a fine 2008, è stato trasferito a Taranto, la Procura è stata retta per circa un anno da Francesco Giannella come facente funzione (ora è procuratore aggiunto a Bari) quindi la nomina, contestata, di Antonino Di Maio. A questi è subentrato due mesi fa Renato Nitti, già pm a Bari, che aveva fatto ricorso alla giustizia amministrativa contro la nomina del collega. Sulla procura di Trani è stato anche scritto un libro nel 2014, a metà tra romanzo e fatti veri, o dietro i quali si intravedono vicende e personaggi reali. Si chiama ‘Frammenti di storie semplici’ dell’ex gip Roberto Oliveri del Castillo, a lungo operativo nel tribunale della città pugliese e peraltro chiamato a testimoniare nelle vicende indagate dalla Procura di Lecce che hanno riguardato i colleghi arrestati.

Articolo Precedente

Capristo va a Taranto, ma grazie a lui il ‘sistema Trani’ rimane. Nelle carte il ruolo (e i contatti istituzionali) di Filippo Paradiso

next
Articolo Successivo

Strage di Bologna, i pm indagano sulle omissioni nell’interrogatorio di Gelli. L’indagato intercettato: “Hanno ragione”

next