Secondo il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Giuseppe Pisauro il taglio a sorpresa del rating sovrano a ‘BBB-‘ da parte di Fitch è “poco comprensibile” visto che “la motivazione è basata sugli effetti della pandemia che sono simmetrici”, cioè colpiscono tutti i Paesi. “I fondamentali dell’Italia sono solidi”, ha ribadito dal canto suo il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma per i mercati quel giudizio ha comunque un peso e oggi si è visto, anche se l’impatto è stato inferiore a quel che si poteva temere. Il differenziale (spread) tra Btp decennale e Bund tedesco si è allargato fino a chiudere a 225 punti base (dai 219 della chiusura di ieri). Ma soprattutto è volato di 30 punti il tasso dei Btp a 10 anni nell’asta con cui oggi il Tesoro ha collocato titoli per 3,75 miliardi di euro.

Il tasso sul decennale passa così all’1,78% dall’1,48% dell’ultima asta. La domanda stata pari a 4,9 miliardi, 1,31 volte l’importo offerto. Il Tesoro ha collocato anche 1,5 miliardi di Btp a 10 anni, con vita residua di 6 anni, e un rendimento dell’1,36% e 745 milioni di euro di Ccteu (scadenza ottobre 2024) con un rendimento dell’1,38%. “L’Italia parte da un rapporto debito-pil del 135%“, ha sottolineato Pisauro in audizione commentando la decisione di Fitch che ha impattato sui tassi, “ma è anche vero che economie forse più colpite da quella italiana dall’impatto della pandemia sconteranno probabilmente aumenti di debito che porteranno i loro rapporti a superare il 130%, ad esempio in Portogallo, Spagna e Francia. In questo contesto personalmente trovo poco comprensibile intervenire fuori calendario su un singolo Paese”. Secondo l’authority indipendente che vigila sui conti pubblici, le misure decise dal governo – come la moratoria sul credito e le garanzie sui nuovi prestiti – sono “essenziali” in questa fase e “l’esistenza delle circostanze eccezionali connesse con l’emergenza Covid-19 giustifica la richiesta di spazi aggiuntivi per fronteggiare le ulteriori necessità del 2020″.

Sul fronte azionario ha invece chiuso in positivo Piazza Affari, che aveva aperto in calo. Milano guadagna il 2,21% con il Ftse Mib (18.067 punti) che si riporta sui livelli di inizio marzo. Chiusura in forte rialzo per tutte per le Borse europee: Parigi è balzata del 2,22% a 4.671 punti, Francoforte del 2,89% a 11.107 punti e Londra del 2,77% a 6.123 punti. L’indice paneuropeo S&P 600, in rialzo dell’1,7%, aggiorna i massimi dallo scorso 9 marzo.

I listini guardano alle decisioni di domani della Bce, mentre la Fed si è limitata a lasciare i tassi di interesse invariati in una forchetta fra lo 0 e lo 0,25% e dirsi “impegnata a usare tutti i suoi strumenti per sostenere l’economia americana in questo periodo”. Il pil americano nel primo trimestre è calato del 4,8%: il dato è peggiore delle attese degli analisti, che scommettevano su una contrazione del 4%. Si tratta della prima riduzione dai primi tre mesi del 2014 e della maggiore contrazione dal 2009.

Segnali pessimi arrivano intanto dall’indicatore Esi della Commissione Ue che misura la fiducia nell’economia: è crollato ad aprile a -27,2 punti nell’area euro e a -28,8 nell’Ue. E’ il più forte calo mensile dal 1985. In caduta libera anche l’indicatore delle aspettative sull’occupazione (Eei) che ad aprile precipitato al livello più basso mai registrato: -30,1 punti nell’area euro e -31,2 punti nell’Ue.

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