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Arezzo, uccide la figlia di 4 anni a coltellate e tenta il suicidio gettandosi in un pozzo

L'uomo, 39 anni, un operaio originario del Bangladesh, ha colpito entrambi i figli con un coltello: la più piccola è morta per un fendente alla gola, mentre il fratello maggiore, di 12 anni, si è salvato scappando dalla vicina. Ora è piantonato in stato di arresto
Arezzo, uccide la figlia di 4 anni a coltellate e tenta il suicidio gettandosi in un pozzo
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Uccide la figlia di 4 anni a coltellate e poi tenta il suicidio, gettandosi in un pozzo: è accaduto in un’abitazione di Bucine, in provincia di Arezzo. Bilal Napia, 39 anni, un operaio originario del Bangladesh, ha colpito entrambi i figli con un coltello: la più piccola è morta per un fendente alla gola, mentre il fratello maggiore, di 12 anni, è stato colpito in modo più lieve e adesso è in ospedale: si è salvato scappando nell’appartamento dei vicini. L’uomo, estratto in tempo dal pozzo, si trova ora in ospedale in stato di arresto, piantonato dai carabinieri. Non appena le sue condizioni lo permetteranno, sarà trasferito in carcere ad Arezzo.

Il 39enne è dipendente nell’azienda di pulimentatura di un connazionale. Per via dell’emergenza era a casa, in cassa integrazione: secondo una prima ricostruzione, quando la moglie è uscita a fare la spesa e lui è rimasto in casa coi figli ha aggredito i figli. Ha ucciso la bambina con una coltellata alla gola e poi ha colpito il figlio maggiore con una spranga. Il ragazzino è riuscito a salvarsi scappando nell’appartamento dei vicini di casa, dove il padre non è riuscito a entrare. A dare l’allarme è stato uno dei vicini di casa che ha sentito le urla e poi ha visto il 39enne scendere le scale con un coltello insanguinato. Dopo l’aggressione, l’uomo è corso all’esterno dell’abitazione e si è gettato nel pozzo solitamente chiuso da un coperchio in cemento, profondo alcuni metri e con tre metri d’acqua sul fondo. I soccorritori e i carabinieri l’hanno ritrovato lì, ancora in vita, mentre la madre dei bambini era in stato di choc, incapace di parlare. L’uomo, estratto dal pozzo dai vigili del fuoco, è stato ricoverato all’ospedale della Gruccia, lo stesso in cui è stato portato anche il figlio.

Ancora da chiarire cosa abbia scatenato l’aggressione. Secondo le testimonianze dei vicini, suoi connazionali, l’uomo aveva problemi economici: “Da qualche giorno sapevamo che non era calmo, tanto che la moglie ha chiamato il dottore perché lo vedeva nervoso. Sembra che il medico gli abbia prescritto qualcosa per farlo stare tranquillo”. Sul posto, insieme ai carabinieri di Bucine, San Giovanni e di Arezzo, è intervenuto anche il pm Laura Taddei. Tra le prime ipotesi d’accusa c’è quella di omicidio volontario aggravato da crudeltà e grado di parentela. Intanto continuano le indagini: i carabinieri cercano l’arma con cui ha ucciso la figlia, che potrebbe essere nel pozzo dove si è gettato.

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