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Coronavirus, nonostante la quarantena fanno un party con alcol, droga e prostitute: contagiati sei giovani rampolli

È quanto successo in Venezuela dove, come riferisce Fox News, molte persone tra cui diversi "bolichicos" ovvero i rampolli dell'élite al potere si sono radunate il mese scorso per questo festino organizzato nell'arcipelago di Los Roques

di F. Q.

Un party scatenato su una spiaggia bianchissima con fiumi di alcol, droga e prostitute arrivate per l’occasione dall’Europa, nonostante i divieti e le restrizioni imposte per cercare di arginare l’epidemia di coronavirus che ha già causato oltre 86mila morti nel mondo. È quanto successo in Venezuela dove, come riferisce Fox News, molte persone tra cui diversi “bolichicos” ovvero i rampolli dell’élite al potere si sono radunate il mese scorso per questo festino organizzato nell’arcipelago di Los Roques e sei di loro sono poi risultate positive al coronavirus. “I festeggiamenti a Los Roques sono stati organizzati da diversi uomini d’affari legati al governo”, hanno raccontato ai media locali alcuni partecipanti rivelando che tra i giovani festaioli c’era Jesús Amoroso, figlio del funzionario anticorruzione del presidente Maduro.

La cosa ha scatenato forti polemiche nel Paese anche perché i cittadini venezuelani sono tutti in quarantena e inizialmente Maduro ha minimizzato la cosa: “C’è stata una festa, su un’isola, e praticamente tutti quelli che hanno partecipato sono positivi”, diceva alla tv di stato il 20 marzo. Tre giorni dopo, mentre sui social si diffondevano foto e video del festino con l’hashtag #CoronavirusParty, Maduro rilanciava: “Chi critica una festa? Non sapevano di essere malati”. La notizia dei contagi ha poi messo in allarme il governo. Sotto accusa come possibili vettori del virus ci sono le prostitute arrivate da Madrid e Londra – città focolaio del virus in Europa – senza alcun controllo.

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