Mentre tutto il mondo del calcio si interroga sull’opportunità di far ripartire le competizioni nazionali e internazionali, Nicaragua e Bielorussia tirano dritto. Nonostante l’emergenza coronavirus, i campionati si svolgono regolarmente. Le precauzioni per limitare l’epidemia sono minime, mentre solida è la volontà di Alexander Lukashenko e Daniel José Ortega di dare un’immagine di apparente controllo utilizzando lo sport.

Nicaragua – Secondo i dati della John Hopkins University i casi positivi di coronavirus sono cinque su una popolazione complessiva di circa 6 milioni di abitanti. Le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono tese al contenere l’epidemia soprattutto nei Paesi che possiedono un sistema sanitario debole e instabile. Tra questi c’è il Nicaragua. Eppure qui il calcio non si è fermato. L’unico accorgimento per salvaguardare la salute pubblica sono le porte chiuse. Secondo solo al baseball per importanza tra i nicaraguensi, il calcio è legato a doppio filo al regime sandinista di Ortega, al potere dal 2007. Su dieci squadre che partecipano alla Liga Primera, solo il 26 volte campione Diriangén – il club più antico del Paese – non è controllato dallo Stato. Per il regime la prosecuzione del torneo è un importante mezzo per sostenere un’idea di stabilità e normalità agli occhi della popolazione. Soprattutto dopo i disordini e gli scioperi del 2018, che hanno portato per le strade migliaia di nicaraguensi mettendo in crisi il potere di Ortega.

L’unico club oppositore – Non è un caso, quindi, che sia stato proprio il Diriangén l’unica squadra ad essersi ufficialmente opposta alla prosecuzione del torneo. Nella sfida vinta per 2-0 contro il Deportivo Ocota i giocatori sono scesi in campo indossando mascherine e guanti di lattice, tenendoli anche nei minuti iniziali della partita: “I nostri giocatori hanno paura e noi li capiamo, ma non possiamo farci nulla se la maggioranza dei club vuole continuare”, ha spiegato il dirigente del club Sergio Salazar. L’attaccante uruguaiano Laureiro ha dichiarato invece al Mundo Deportivo che “ognuno si fa la doccia a casa propria, non si entra neanche negli spogliatoi, al limite ci si infila le scarpe ma direttamente in panchina”. “Preferirei – aggiunge – che il campionato si fermasse e me ne tornerei volentieri a casa in Uruguay, ma non sono una stella e non guadagno molto: il calcio è fermo dappertutto, chi mi offrirebbe un contratto?”.

La ricetta bielorussa – Vodka, sauna e guidare il trattore. Sono queste le “cure” elencate, dieci giorni fa, dal presidente bielorusso Lukashenko per fronteggiare l’epidemia. In carica dal 1994, il capo di Stato bielorusso ha definito l’emergenza sanitaria “una psicosi collettiva più pericolosa del virus stesso”. Lukashenko è sceso addirittura in campo durante un torneo di hockey disputato a Minsk, indossando tuta e caschetto. Il tutto con l’obiettivo di tranquillizzare il paese dall’emergenza Covid-19: “Qui non ci sono virus. Questo è un frigorifero. Gli sport, in particolare quelli sul ghiaccio, sono la migliore medicina anti-virus”. Non stupisce quindi che il campionato di calcio non abbiamo subito interruzioni, l’unico rimasto tra quelli che si disputano in Europa. Sedici le squadre che prendono parte alla Vyšėjšaja Liha, il massimo campionato bielorusso. Chi vince ha il diritto a giocare i preliminari di Champions League, la seconda e la terza partecipano all’Europa League partendo dal turno preliminare. Sconosciuta ai più, la Lega sta acquistando sempre più attenzione tra gli appassionati. La televisione russa Match TV, ad esempio, ha acquistato i diritti per trasmettere le partite.

Stadi disinfettati, ma gli spettatori calano – Le precauzione adottate dal governo? Stadi disinfettati due volte al giorno e controllo della temperatura dei tifosi all’entrata. “Abbiamo adottato – ha assicurato il portavoce della federazione bielorussa, Alexandre Aleinik – tutte le misure raccomandate dal ministero dello Sport. Tutti coloro che sono in contatto con i tifosi indossano i guanti”. Nonostante le rassicurazioni governative il calo delle presenze in questo inizio di campionato è comunque consistente e si aggira attorno al 50%. E con il calo sono arrivati anche i primi malumori. Gli ultras del Neman Hrodna FC hanno comunicato il loro momentaneo addio alle gradinate di tutti gli stadi della Bielorussia. Lo stesso hanno fatto i tifosi dello Shakhtyor Saligorsk. Lukashenko tira dritto.

Articolo Precedente

Coronavirus, la mossa di Lukashenko: non fermare lo sport per acquistare visibilità. Intanto i tifosi disertano gli stadi

next