“Girano proposte di creare nuove istituzioni o nuovi strumenti, ma c’è bisogno di tempo e in questo momento di tempo non ne abbiamo“. Per questo “è meglio fare pronto ricorso a tutte le istituzioni e gli strumenti esistenti, che ormai da anni raccolgono con successo somme importanti“. Lo scrive il direttore generale del Mes, Klaus Regling, in un editoriale pubblicato sui siti di diversi giornali europei – dalla tedesca Faz al greco Ekathimerini – e in Italia su Il Sole 24 Ore. “Il tempo per la solidarietà europea è ora”, è la conclusione. “Se vogliamo proteggere il mercato unico europeo, salvare solo la nostra economia non è abbastanza. Ogni Stato membro ha interesse a che anche gli altri superino la crisi”.

“All’inizio della crisi dell’euro il primo fondo di salvataggio temporaneo (Efsf) impiegò sette mesi per emettere la sua prima obbligazione. Fu un tempo eccezionalmente rapido se lo si confronta con istituzioni simili, che avevano impiegato fino a tre anni. Per creare nuovo debito europeo c’è bisogno di capitali, di garanzie o dell’assegnazione di entrate specifiche, e anche di un sistema legale e di governance funzionante”, spiega Regling. Per tutti questi motivi, afferma l’economista tedesco, è meglio ricorrere a ciò che già esiste, come il Mes, che “potrebbe offrire linee di credito a basso tasso di interesse“.

Il Mes ha una potenza di fuoco inutilizzata da 410 miliardi, ricorda Regling, e la sua “cassetta degli attrezzi include diversi strumenti finanziari per differenti circostanze. Oggi, le linee di credito precauzionali – mai usate in passato – appaiono lo strumento più adatto” e “hanno il vantaggio che i soldi possono affluire molto rapidamente quando un Paese ha bisogno di supporto”. Nulla dice però a proposito delle condizionalità: nelle ultime ore sia la Francia sia l’Italia hanno aperto all’uso del Mes ma solo se non ci fossero paletti da rispettare ex post.

Inoltre, ricorda, sia la Banca europea per gli investimenti sia il Mes quando ne hanno bisogno emettono bond per finanziarsi. Entrambe, e anche la Commissione, “hanno giù emesso debito mutualizzato, vale a dire debito “europeo”, per molti anni. Oggi hanno circa 800 miliardi di debito europeo. E tutte e tre forniscono finanziamenti a tassi ben sotto il costo di raccolta della maggior parte dei Paesi membri”.

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