Il campanello di allarme è scattato quando alcuni self-publisher mi hanno informata che su Amazon dei loro libri era disponibile solo la versione digitale. Ovviamente ho iniziato a verificare e ho scoperto che anche i romanzi degli autori della scuderia Amazon Publishing erano acquistabili solo in e-book.

Poi ho controllato anche altri autori, ad esempio Gianrico Carofiglio. Amazon vende solo la versione digitale, mentre quella cartacea è demandata ad alcune librerie. Ho ampliato le verifiche e ho scoperto che la mancanza delle copie cartacee dei libri degli editori che usano anche Amazon come rivenditore non è una regola, è a macchia di leopardo.

Ovviamente la risposta di Amazon è quella ufficiale, rilasciata a tutti gli organi di stampa: ovvero, in sintesi, che hanno adottato misure specifiche di distanziamento all’interno dei loro centri di distribuzione affinché i dipendenti possano lavorare in sicurezza. La combinazione di questi due elementi richiede di concentrare la capacità disponibile sui prodotti che hanno la massima priorità e quindi, come si può leggere sul loro sito, smetteranno temporaneamente di accettare ordini su alcuni prodotti non di prima necessità sia su Amazon.it sia su Amazon.fr.

Quindi per Amazon i libri cartacei non sono “prodotti essenziali”. Ma io non sempre mi accontento delle risposte ufficiali, così ho proseguito nelle mie ricerche. Ho navigato il sito di Ibs che continua a svolgere il lavoro di libraio, soprattutto adesso che le librerie sono chiuse; infatti Feltrinelli e Ibs hanno dato vita al progetto #leggiamoacasa che propone innumerevoli iniziative.

I libri cartacei su Ibs sono quasi tutti disponibili. Il motivo è semplice: dipende dalla distribuzione. In altri termini si possono acquistare quelli che il distributore nazionale Messaggerie Italiane può consegnare, mentre non sono reperibili quelli esauriti. Dunque gli editori, oltre ad aver rinviato le uscite di molti romanzi, non riforniscono il distributore bloccando la filiera.

Da una parte la scelta è comprensibile perché le librerie sono chiuse e ormai tutte le biblioteche hanno ampliato il prestito di libri digitali. Evidentemente, anche se alcune librerie hanno scelto di effettuare consegne a domicilio, il gioco non vale la candela, in altre parole agli editori non conviene effettuare le ristampe e i rifornimenti.

Due considerazioni mi causano tristezza. La prima è che il Coronavirus in qualche modo stia contribuendo alla diffusione dell’editoria digitale, obbligando i lettori ad avvicinarsi a questa modalità di lettura; la seconda, nonostante io sia da sempre a favore dell’editoria digitale, è pensare che le sigarette siano considerate “indispensabili” e i libri cartacei no.

Articolo Precedente

Coronavirus, il picco e il senso delle parole

next