L’Italia è avvolta nel ciclone Covid-19. Tutto chiuso, pandemia. Preoccupazione all’ennesima potenza. Ma cosa sta accadendo nel fragile mondo dell’editoria italiana? Come se la passano editori, librai e addetti ai lavori?

L’ultimo decreto ha praticamente sigillato le serrande d’Italia, comprese le librerie, che già vivevano un periodo di magra a causa dell’annullamento di tutte le presentazioni di libri della nazione. La sensazione è che il peggio debba ancora arrivare. In 10 giorni sono state annullate fiere internazionali come Londra e Parigi, notizia di poche ore fa l’annullamento della fiera del libro per ragazzi di Bologna, la più grande fiera di scambio diritti al mondo per l’editoria per bambini. Annullate Napoli Città Libro, Book Pride Milano, Modena Buk Festival e decine di festival letterari. Resta in piedi solo il Salone Internazionale del Libro di Torino, l’organizzazione è in attesa dell’evolversi della situazione.

Una grandissima mazzata per gli editori, perché le fiere non sono solo un utile strumento di scambio diritti e contatti, ma per molti significa soprattutto contatto col pubblico, testare nuovi prodotti e liquidità immediata. Con le cancellazioni dei festival e dei tour di presentazioni nelle librerie e nelle scuole i libri usciti tra febbraio e marzo sono praticamente bruciati, difficile distribuirli, promuoverli, venderli e farli arrivare anche in libreria. Gli editori hanno bloccato le uscite di aprile e c’è il rischio di bloccare anche quelli di maggio se la situazione dovesse prolungarsi.

Insomma il coronavirus è entrato a gamba testa nei tre mesi cruciali dell’editoria italiana. Oggi c’è effettivamente il rischio di riprendere in autunno, presumibilmente ottobre, mese in cui molte fiere hanno deciso di ripiegare. Ma resisterà l’editoria italiana, soprattutto quella indipendente e piccola, a tutti questi mesi di magra? Resisterà alla solita estate senza fatture? Il rischio è uscirne con le ossa rotte e dare colpi di grazia a case editrici già in difficoltà.

In questi giorni di quarantena letteraria editori, scrittori e librai stanno promuovendo i testi attraverso la rete, con presentazioni in streaming, letture online, dando la possibilità ai lettori di poter scaricare gratuitamente ebook e non solo. Ma basterà? Secondo chi scrive no. Si muoverà poco e niente, economicamente parlando, e la quarantena è ancora lunga. Ho i miei dubbi anche per l’e-commerce.

In questo periodo di incertezza economica credo che molti italiani limiteranno le spese superflue e ovviamente il libro è tra queste. L’e-commerce funziona se un testo viene abbondantemente promosso, altrimenti si rischia solo di mettere in rete un libro tra milioni con pochissime possibilità di vendere anche una singola copia. Bloccate anche le tipografie, soprattutto quelle on demand, che stampano anche poche decine di copie e che durante le fiere vedono aumentare notevolmente il proprio fatturato. Tutta la filiera si è fermata e speriamo che basterà tornare alla vita di sempre per rimettere in moto il meccanismo.

Poche risorse arriveranno dallo Stato, troppo impegnato sulla sanità e non solo. Impensabile possa dare aiuti a tutti i settori dell’economia italiana che in questo momento stanno bruciando miliardi di euro. Bisogna capire bene cosa accadrà in Italia in estate, se sarà periodo festivo o si tenterà di recuperare il perduto. Staremo a vedere. Slitterà tutto: programmi editoriali, uscite e soprattutto pagamenti.

C’è qualcuno che grida: “ora è il momento degli ebook. In questo periodo dove il contatto è pericoloso meglio scaricarli i libri, saltiamo la distribuzione e arriviamo direttamente al lettore.” Se la nostra ultima speranza sono gli ebook siamo fregati. Con dati alla mano delle vendite dell’ultimo anno di ebook in Italia la soluzione non può certo essere il digitale. Pochi possessori di e-reader, non tutte le cose editrici fanno ebook di qualità, in diversi formati e a prezzi accessibili.

E i fumetti? Gli albi illustrati? Letti sugli e-reader praticamente perdono bellezza e magia. Sono preoccupato? Sì. Sono pessimista? Anche, ma continuo a ripetermi #AndràTuttoBene.

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