Invocato come una sorta di soluzione miracolosa il farmaco Avigan (Favipiravir) non è stato autorizzato per Covid 19 in Europa. E ieri l’Agenzia italiana del farmaco in una nota note spiegava che c’erano “scarse evidenze scientifiche sull’efficacia” e in un’altra che era pronta alle vie legali per la diffusione di fake news. Ebbene oggi dal Giappone dove il medicinale viene testato è andato in onda un servizio di SkyTg24 in cui il corrispondente, che ha intervistato due persone tra cui un medico, viene spiegato che negli anni passati Avigan sarebbe stato ritirato per gravi effetti collaterali per le donne in gravidanza – con malformazioni sui feti – e per l’induzione in stati depressivi gravi. L’attenzione su questo farmaco è iniziata dopo la diffusione di un video in cui si diceva che in Giappone gli effetti del virus erano stati mitigati dal farmaco. Il giornalista Pio d’Emilia aveva concordato una intervista con l’autore del video, ma quest’ultimo si è tirato indietro, Ed è probabilmente questo filmato che ha scatenato la richiesta da parte dei governatori del Nord, Attilio Fontana per la Lombardia, Alberto Cirio per il Piemonte e Luca Zaia per il Veneto – che ieri ha anche annunciato l’inizio dei test scatenando la reazione dell’Aifa – di poter utilizzare il farmaco. Il fattoquotidiano.it ha interpellato l’Aifa sul caso.

Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia che sarà preparato un protocollo: “Il direttore generale di Aifa, Nicola Magrini, mi ha comunicato che la riunione del Comitato Tecnico-Scientifico di questa mattina, dopo una prima analisi sui dati disponibili relativi ad Avigan, sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso”. Attualmente sono due gli studi autorizzati: quello con l’antivirale remdesivir e quello per l’artrite tocilizumab. Proprio oggi è stata diffusa la notizia che altri quattro pazienti a cui è stato somministrato il farmaco sono stati estaubati.

Uno degli studi è stato pubblicato recentemente su MedRxiv, piattaforma in cui gli studi vengono pubblicati senza che siano stati già revisionati da scienziati terzi, in cui si parla di 120 pazienti, alcuni molto giovani, con un tasso di recupero di circa sette giorni. Nel paper si fa riferimento anche agli effetti collaterali.

Intanto le agenzie di stampa hanno diffuso una nota del produttore che di fatto replica quello dell’Aifa. “Al momento non esistono prove scientifiche cliniche che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti -spiega il Corporate Senior Director Fujifilm Italia Mario Lavizzari – Fujifilm è al corrente della grave situazione che si sta verificando in Italia, tuttavia in questa fase Fujifilm non è in grado di divulgare alcun piano per l’uso di Avigan in altri paesi”. Avigan, spiega l’azienda, è ora somministrato a pazienti di Covid-19 in Giappone ai fini di uno studio di osservazione condotto da istituzioni mediche che cooperano con i team istituiti dal Centro Nazionale per la Salute e la Medicina Globali del Giappone (National Center for Global Health and Medicine of Japan).

“Sappiamo anche che Favipiravir (versione generica) è stato somministrato a pazienti Covid-19 in Cina. Fujifilm non ha svolto alcun ruolo nelle ricerche di cui sopra e non è quindi in grado di commentare questi risultati – si legge nella nota – Avigan è stato approvato nel 2014 in Giappone come farmaco anti-influenzale. Deve essere somministrato a coloro che sono stati infettati da una nuova influenza o dal riemergere delle infezioni del virus dell’influenza, quando un altro farmaco antinfluenzale non funziona, si spiega nella nota dell’azienda. Il farmaco deve essere fornito solo a discrezione del Ministero per la Salute, il Lavoro e il Welfare in Giappone (Health, Labour and Welfare Ministry in Japan). Vista la diffusione di notizie sui media riguardo al farmaco Avigan “non sempre precise, Fujifilm Italia in accordo con il quartier generale di Tokyo dell’azienda, ha redatto una nota che vuole dare indicazioni precise sul prodotto e la sua storia”. L’azienda fa anche sapere “di essere impegnata in queste settimane, con la propria tecnologia e i propri tecnici a fianco di tante strutture mediche in Italia e nel mondo”.

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