La proroga di un anno dell’aiuto al salvataggio, l’utilizzo a fini di liquidità dei fondi destinati alla ristrutturazione delle navi e alcune esenzioni fiscali concesse a Tirrenia erano aiuti di Stato illegali. Lo ha stabilito la Commissione Europea, obbligando l’Italia a recuperare 15 milioni di euro dalla compagnia di navigazione, ora in liquidazione. Non erano invece illegali le compensazioni degli obblighi di servizio pubblico concesse alla stessa società a partire dal 2009 per l’esercizio di servizi di traghetto.

L’iter era partito dopo una serie di denunce nell’ottobre 2011, quando la Commissione ha avviato un’indagine approfondita su una serie di misure di sostegno pubblico a favore delle società dell’ex Gruppo Tirrenia e dei rispettivi acquirenti. Bruxelles temeva che tali misure potessero avere dato alle imprese un vantaggio concorrenziale sleale rispetto ai loro concorrenti. Un vantaggio accertato solo in parte.

E dopo una valutazione “approfondita” la Commissione ha stabilito che le compensazioni degli obblighi di servizio pubblico (circa 265 milioni di euro) concesse a Tirrenia per la gestione di dodici rotte marittime dal 1 gennaio 2009 al 18 luglio 2012 sono compatibili. E non si configurano come aiuti di Stato anche le compensazioni degli obblighi di servizio pubblico (circa 581 milioni di euro) concesse all’acquirente Cin per il periodo dal 18 luglio 2012 al 18 luglio 2020 e la gara d’appalto per la vendita a Cin del ramo d’azienda di Tirrenia.

Illegale è invece la proroga di un anno, oltre il periodo di 6 mesi previsto, dell’aiuto al salvataggio, così come l’utilizzo a fini di liquidità dei fondi destinati alla ristrutturazione delle navi. Incompatibili con le norme sugli aiuti sono poi le esenzioni dal pagamento di alcune imposte di cui ha beneficiato Tirrenia nel contesto del processo di privatizzazione, che hanno ridotto i costi che Tirrenia avrebbe altrimenti dovuto sostenere.

La Commissione ha inoltre concluso che le compensazioni degli obblighi di servizio pubblico concesse tra il 1992 e il 2008 alle società dell’ex Gruppo Tirrenia (Adriatica, Caremar, Saremar, Siremar e Toremar) sono conformi alle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato, ad eccezione degli aiuti relativi ad una rotta specifica, che sono risultati incompatibili. Per questi ultimi, l’Italia dovrà recuperare un altro milione di euro da Tirrenia. Poiché la Commissione ha concluso che “non vi è alcuna continuità economica” tra la compagnia e il suo acquirente Cin, il recupero dell’aiuto “incompatibile” riguarderà “soltanto Tirrenia, che si trova già in liquidazione”, precisa Bruxelles.

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