In cattedra ci sono saliti lo stesso, nonostante siano imputati, insieme ad altri 42 professori, nel procedimento scaturito dall’inchiesta della Procura di Firenze sui presunti concorsi truccati di Diritto Tributario. Questo avviene a un convegno patrocinato dall’Università di Firenze che, per adesso, non si è costituita parte civile nell’udienza preliminare in corso. Giovedì scorso i professori Roberto Cordeiro Guerra (accusato di corruzione, frode e turbativa d’asta) e Stefano Dorigo (frode e truffa) sono stati i due relatori di peso del convegno ‘Città d’arte e fisco: Finanza pubblica e misure tributarie per il patrimonio culturale’. Ma a far storcere il naso a qualcuno, nel Dipartimento di Giurisprudenza, non è stata tanto la loro partecipazione quanto il patrocinio dell’Università alla giornata di studi. “Era un convegno conclusivo di una ricerca a livello nazionale – spiega al fattoquotidiano.it il Presidente della Scuola di Giurisprudenza di Firenze, Andrea Simoncini – e la valutazione sul patrocinio non viene data sulle persone ma sul merito dell’iniziativa. Poi esiste il principio di presunzione di innocenza quindi non c’è niente di male”.

Il convegno – La giornata conclusiva della ricerca si è tenuta giovedì scorso al Polo di Giurisprudenza di Novoli, alla periferia di Firenze, e si è articolata in tre sessioni: la prima sulla “tassazione dei flussi turistici”, la seconda sulla “fiscalità della ricezione” e poi l’ultima su “Fisco e città d’arte: l’esperienza comparata”. Tra i relatori, anche esperti da tutta Italia tra cui il professor Lorenzo Tosi dell’Università di Venezia, il giurista di Chieti, Lorenzo del Federico, e l’economista salernitana Menita De Flora. Cordeiro Guerra è intervenuto nella mattinata parlando della tassa di soggiorno “tra difficoltà applicative e limiti strutturali” mentre Stefano Dorigo è intervenuto nel pomeriggio per tenere una lezione sugli “intermediari del web”. Ma non c’è stato alcun imbarazzo, nonostante l’inchiesta e il patrocinio dell’Università di Firenze che ha accolto gli ospiti da tutta Italia nel suo dipartimento: “Era l’evento conclusivo di una ricerca Prin (ovvero di interesse nazionale, ndr) – continua Simoncini – che vedeva coinvolta l’Università di Firenze ma anche quelle di Teramo, Chieti e Pescara ed è normalissimo dare il patrocinio in questi casi: si basa sulla ricerca e su un contenuto di studi”.

L’inchiesta – Tutto era partito nel settembre 2017 dopo la denuncia del professore italo-britannico Phillip Laroma Jezzi e l’inchiesta della Procura di Firenze aveva decapitato l’intero dipartimento di Diritto Tributario del capoluogo toscano e non solo: 59 professori coinvolti, 7 arresti e 22 interdetti dalla professione. Secondo i pm fiorentini i concorsi erano “truccati” con una fitta rete di relazione sull’asse Firenze-Pisa-Roma ma soprattutto “una vera spartizione di potere nelle università toscane”: l’indagine si era chiusa lo scorso 21 febbraio e i pm avevano chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 44 docenti, accusati a vario titolo di concorso in corruzione, induzione indebita, frode, abuso d’ufficio e truffa. Ma durante l’udienza preliminare l’Università di Firenze non si è costituita parte civile, al contrario di quella di Pisa. Ed è proprio a Pisa che si sposterà il processo: l’ultimo caso di presunta corruzione documentato dal pm Paolo Barlucchi sarebbe avvenuto proprio all’Università di Pisa, relativamente al posto di ricercatore attribuito a Francesco Padovani. Quest’ultimo, secondo l’accusa, sarebbe stato così ripagato per non essersi presentato al concorso fiorentino del maggio 2016: secondo il gup, quindi, il reato di corruzione si è perfezionato sotto la torre pendente, perciò la competenza sul caso spetta al Tribunale di Pisa.

Twitter: @salvini_giacomo

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