Ma che scherziamo? Lewis Capaldi è più social di Chiara Ferragni, Fiorello e Obama messi insieme. Il ragazzotto 23enne scozzese ospite speciale a Sanremo 2020, uno che in un paio d’anni ha scalato, ed è rimasto in vetta per un bel po’, le classifiche di vendita in Gran Bretagna è un fenomeno Twitter da far spavento. Lewis amico nostro. Il 1 febbraio posta una sua foto in primissimo piano con un’espressione un po’ stranita e sotto “Ho appena scoperto che Before you go è prima in classifica nel primo giorno in cui è scattata la Brexit”. Ottomila retweet. 75mila like. Il 26 gennaio pubblica un selfie mentre è al cesso, sì sulla tazza del water. Espressione soddisfatta, Carta igienica sullo sfondo. E la didascalia che spacca: “Grammy. Baby!”.

Dissacrante e allo stesso tempo gioviale come solo un suddito, pur scozzese, di sua maestà potrebbe essere, Lewis è una star recentissima del pop e una celebrities fulminante del web. Giusto un’occhiatina a qualche suo video su Youtube e scopri che Bruises caricata nel 2018 ha quasi 15 milioni di visualizzazioni. Per non parlare del suo canale di Youtube che registra sui 2 milioni di iscritti. Un terzo abbondante dell’intera popolazione scozzese, giusto per avere un confronto casalingo. Before you go, il brano citato nel giorno della Brexit, viaggia sui 55milioni di ascolti su Spotify. Capaldi ha origini italiane, che strano, ma ha la parlata stretta stretta di un passante di Glasgow. Quando canta Somebody you loved (brano che è stato al primo posto per diverso tempo anche nelle charts Usa) pronuncia somobody con la terza sillaba chiusa che nemmeno Lino Banfi in Belli freschi.

Umanamente il vicino della porta accanto, modello arruffato e very normal people alla Ed Sheeran, sentimentale ed intimista nei testi, arrangiamenti essenziali e pulitissimi, voce struggente, ritornelli che girano in radio che è una meraviglia, Lewis ha sfornato soltanto un album – Divinely Uninspired to a hellish extent – che ha macinato parecchi record (in Irlanda si ascolta solo questo da mesi, per dire). Su Rockol l’hanno elogiato e hanno spiegato, per lui che viene dai pub con birra a fiume, che il “suo suono ha le potenzialità delle band che oggi riempiono le arene e gli stadi” pur con un distinguo: nonostante le belle canzoni, deve ancora crescere. Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette. Produce Universal che il prodotto lo cura a dovere.

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