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Francesca Schiavone, la sua lotta contro il tumore: “Mia mamma si è ammalata prima di me, lei mi ha dato coraggio”

L'ex campionessa di tennis, a cui è stato diagnosticato il linfoma di Hodgkin, ha raccontato in un'intervista al Corriere della Sera com'è cambiata la sua vita dopo la malattia

di F. Q.

“Sto tornando: ho ripreso peso, i capelli ricrescono…” Francesca Schiavone in una lunga intervista al Corriere della Sera parla del suo ‘ritorno’ dalla malattia: lo scorso anno l’ex campionessa di tennis aveva annunciato di avere il linfoma di Hodgkins e oggi, a 39 anni, racconta apertamente la sua battaglia. I sintomi, la chemioterapia ma soprattutto la vicinanza della famiglia. “Ho avuto la fortuna-sfortuna che mia mamma si ammalasse prima di me. Papà è impazzito, ma a me la malattia di mamma ha insegnato tanto: mi sono resa conto quanto fosse importante la mia presenza per lei e la sua per me, ci siamo sentite interconnesse”.

Ospite in un convegno di CasaAmica, onlus che si occupa di assistenza ai malati lontani da casa, parla della sua esperienza anche per dare speranza a chi sta attraversando lo stesso momento difficile: “Ci sono giorni in cui ti senti a terra stramazzata, ma poi trovi la forza e ricominci”. Poi ha ricordato l’importanza della prevenzione e lo shock che si subisce al momento della diagnosi: “I sintomi sono la prima cosa che percepisci, una grandissima stanchezza e un mal di pancia continuo. Ti chiedi: cosa sta succedendo?”. La cosa importante, ha sottolineato la Schiavone, è avere una rete di supporto: “Medici, psicologi, famiglia…cure e affetti, diventano una squadra. L’unione fa sempre la forza”.

La cosa più difficile, per una sportiva come lei, è stata accettare i sacrifici che le imponeva il suo corpo: come quando è tornata in palestra, dopo Natale, e una corsa sulla cyclette le è costata troppa fatica e un tempo di recupero lunghissimo. “Non posso giocare a tennis, non posso correre. Però la malattia ti mette in contatto con te stessa, impari cose che non pensavi di sapere”. Poi lancia un appello pubblico: “Servono più strutture, più letti e più infermieri: a volte quando fai la chemio stai anche dieci ore da sola…” In attesa di poter tornare ad allenare, la Schiavone sta scrivendo un libro sulla sua malattia.

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