Sigonella non è stata la base di partenza dei droni americani che hanno ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa in una nota in risposta alle polemiche che avevano aperto la giornata. “In merito alle notizie apparse su alcuni organi di informazione relative all’ipotesi di partenza di droni dalla base aerea di Sigonella per l’operazione che ha portato all’uccisione del generale iraniano Soleimani, la Difesa – si legge in una nota – smentisce categoricamente anche alla luce delle ottime relazioni e contatti con la controparte militare americana presente sul territorio italiano”.

A riaprire la polemica sull’uso dello spazio aereo italiano e delle basi distribuite nella Penisola, era stata la decisione americana di preallertare le proprie truppe di stanza a Vicenza che potrebbero essere dispiegate in Libano a difesa dell’ambasciata Usa a Beirut, nel timore di rappresaglie. E puntuali si erano alzate le barricate sul ruolo strategico dell’Italia e di hub come Sigonella nelle crisi che hanno il Mediterraneo come epicentro o immediato hinterland.

A riaprire la polemica era stato Luca Cangemi, della segreteria nazionale del Partito comunista italiano (Pci) che ha denunciato il “silenzio” attorno al presunto coinvolgimento della Naval Air Station siciliana nell’omicidio del capo della divisione Qods. “Un’operazione della rilevanza strategica enorme quale quella dell’uccisione del generale Soleimani, condotta con i droni, coinvolge necessariamente la base di Sigonella“, aveva attaccato Cangemi. “Questo dovrebbe porre dei pressanti problemi di ordine politico, ma anche costituzionale al governo e al Parlamento. Invece c’è il silenzio”, aveva aggiunto. Il governo italiano “neghi l’uso di Sigonella e altre basi in Italia”, ha invece scritto in un tweet, Stefano Fassina (LeU).

“È doveroso che il governo italiano dichiari l’indisponibilità delle basi militari che si trovano sul territorio italiano – da Aviano a Sigonella – per le operazioni che gli Usa stanno conducente in Medio Oriente”, ha chiesto Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista (Prc) – Sinistra Europea. Una richiesta al premier Giuseppe Conte e al ministro della Difesa Lorenzo Guerini di chiarire “immediatamente il ruolo” della base di Sigonella è invece arrivata dal coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli che, “ove fosse confermato un coinvolgimento”, ritiene necessaria una “revisione del Trattato del 1954 tra Usa e Italia sull’utilizzo delle basi americane sul suolo italiano, riconducendole all’interno di strategie comunemente adottate dall’Alleanza Atlantica e non per un uso non concordato da parte degli Stati Uniti”.

Camp Ederle, a Vicenza, è sede della 173esima Brigata Aerotrasportata e dell’United States Army Africa (Usaraf). A Sigonella, principale base per le operazioni americane nel Mediterraneo sono ospitati, tra l’altro, i droni MQ-9 ‘Reaper’ come quello usato per uccidere Soleimani, aerei senza pilota tipo Hale (High Altitude Long Endurance) e Male (Medium Altitude Long Endurance), Global Hawk per la sorveglianza strategica ad alta quota, aerorifornitori e velivoli da trasporto. Sparsi sul territorio italiano ci sono poi Aviano, dove sono di stanza caccia F-16 e sono stoccate le bombe nucleari B-61; la Naval Support Activity di Napoli, sede della Sesta Flotta dell’Us Navy; la base di Camp Darby (Pisa), una delle più importanti basi logistiche delle Forze armate americane fuori dagli Usa e ospita milioni di munizioni e bombe/ordigni di vario tipo. L’utilizzo delle basi è regolato da accordi bilaterali con gli Usa che possono utilizzarle anche in caso di conflitto previa autorizzazione del governo italiano.

“Da qualche giorno leggo false notizie sul fatto che il drone statunitense che ha colpito Soleimani in Iraq, sia partito dalle basi Nato italiane. È assolutamente falso – ha poi tenuto a sottolineare il ministro degli Esteri Luigi Di Maio via Facebook – In queste ore insieme al ministero della Difesa siamo al lavoro per garantire la sicurezza dei nostri soldati e scongiurare una ulteriore escalation, senza clamori, senza slogan e senza iniziative improvvisate”.

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