“Nel 2020, una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l’affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali. Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta. E noi gliela daremo. Non solo a loro, ma a tutto il Paese”. Il leader del M5S Luigi Di Maio non aspetta il Milleproroghe e, all’indomani della relazione della Corte dei conti, conferma via Facebook la sua timeline sul caso Autostrade.

“Vi ricordate quando tutti dicevano che revocare la concessione ad Autostrade ci sarebbe costato almeno 23 miliardi di euro? Nei giorni scorsi i Benetton avevano persino inviato una lettera al governo in cui minacciavano la stessa penale. – continua Di Maio – Peccato per loro, però, che sia una enorme sciocchezza, una vera e propria montatura alimentata anche da tv e giornali che pur di screditare il MoVimento 5 Stelle farebbero di tutto”. Il capo dei pentastellati aggiunge quindi che “il presunto indennizzo di 23 miliardi non ha infatti nessuna base legale: lo ha stabilito una relazione della Corte dei Conti approvata già a novembre, ma resa nota solo nelle ultime ore”.

Intanto il Corriere della Sera, rievoca due documenti di aggiornamento della concessione del 2007 e del 2008, in base ai quali la strada per la revoca potrebbe non essere così in discesa. Mentre ai caselli liguri si moltiplicano cartelli e striscioni di protesta. “Le autostrade sono dei liguri”, “I vostri soldi non valgono le nostre vite” e “Basta pedaggio sulle autostrade liguri”, sono alcuni dei testi firmati dal Comitato ligure per le autostrade. Il comitato, in una nota, spiega di voler “focalizzare l’attenzione delle autorità politiche locali e nazionali sulla questione delle concessioni ai privati delle infrastrutture strategiche della nostra regione”, e sulla “ormai inderogabile e vitale esigenza” di rendere gratuito l’utilizzo della rete autostradale regionale “per i cittadini liguri che da più di un anno sono vittime di disagi e disservizi causati non solo dal drammatico crollo del Ponte Morandi e del recente cedimento del viadotto della A6 tra Savona e Altare“, ma anche cantieri di numerosi altre tratte “la maggior parte per criticità causate da incuria da parte delle società concessionarie, che hanno ricavato negli anni importanti profitti sulle spalle di cittadini e Stato”.

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