La stretta sulle “finte prime case” dura lo spazio di un mattino. Sabato nel pacchetto di emendamenti alla manovra depositati dai relatori in commissione Bilancio al Senato hanno presentato una proposta in base alla quale ogni famiglia avrebbe potuto indicare una sola abitazione come principale e dunque esentata dal pagamento dell’Imu, anche se la seconda casa si trova fuori dal territorio comunale di residenza. Una norma pensata per contrastare il fenomeno della “seconda prima casa” nei luoghi di vacanza e per evitare “discriminazioni” tra le famiglie. Ma che certo potrebbe anche aumentare gli incassi evitando lo spostamento fittizio della residenza di uno dei due coniugi. Ma nel primo pomeriggio di domenica il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervistato a Mezz’ora in più, ha anticipato che sulla questione l’esecutivo deve ancora esprimersi ed è probabile “un parere negativo” perché “ci sono anche fenomeni di false doppie prime case ma bisogna assolutamente evitare di colpire famiglie che ad esempio legittimamente lavorano in posti diversi”.

In commissione sono attesi ad horas anche gli emendamenti del governo e lunedì inizieranno le votazioni con l’obiettivo di portare il testo in Aula entro la settimana, in forte ritardo sulla tabella di marcia. Chiusa l’intesa politica all’interno della maggioranza, con la riduzione e il rinvio dell’85% della plastic tax, lo slittamento a ottobre la sugar tax e la cancellazione dell’imposta sulle auto aziendali, il governo cerca la quadra sulle coperture mettendo di nuovo mano alle tasse sui giochi. La nuova ‘tassa sulla fortuna‘, secondo l’Ansa, dovrebbe fruttare all’incirca altri 300 milioni, che porterebbero a oltre un miliardo il contributo alla manovra del comparto del gioco. Al momento l’ipotesi più quotata è quella di alzare ancora, dal 15% al 20% l’imposta sulle vincite. Non solo, mentre per Gratta e Vinci, Superenalotto, lotterie nazionali e WinForLife la soglia della vincita su cui scatta l’imposta resterà a 500 euro, per le newslot il prelievo scatterà dai 200 euro in su.

La copertura delle novità sulle microtasse non è l’unica grana che il governo deve ancora risolvere: altre risorse verranno infatti a mancare perché cambia la nuova ‘Robin tax’ sui concessionari pubblici. L’esecutivo ha deciso limitare l’aumento triennale dell’imposta Ires al settore dei trasporti, dalle autostrade a porti e aeroporti, ma in compenso l’aggravio sarà del 3,5% e non del 3% come emerso nei giorni scorso. Ci sono poi anche altri capitoli della manovra ancora in cerca di copertura: si va dalla proroga della cedolare secca per i negozi a quella del bonus verde, lo sconto del 36% per sistemare terrazzi e giardini.

Tra le modifiche proposte dai relatori, Dario Stefano (Pd) e Rossella Accoto (M5S), spicca anche la precisazione che gli enti locali dall’1 gennaio potranno riscuotere le imposte di loro competenza con il nuovo strumento dell’accertamento esecutivo anche per le quote relative ad annualità precedenti non ancora prescritte. Ci sono poi il recepimento del decreto Alitalia, che sblocca altri 400 milioni di prestito alla compagnia, e assunzioni nei ministeri, nelle capitanerie di porto e nell’avvocatura, fondi per gli Istituti tecnici, per i quali andranno determinati ogni due anni gli standard organizzativi, le Zes, zone economiche speciali, in Veneto. Poi due misure per coprire le carenze di organico nella sanità: una proroga delle norme per la stabilizzazione dei precari del Servizio sanitario nazionale, medici, infermieri e tecnici, fino al 2022. E lo scorrimento delle graduatorie in sanità per l’assunzione anche di idonei non vincitori.

Proposto anche uno sconto “dal 30 al 40 per cento” sul canone unico, che dal 2021 assorbirà varie tasse locali come l’occupazione di suolo pubblico, per i “mercati che si svolgono con carattere ricorrente e con cadenza settimanale”. Uno stanziamento di 500mila euro l’anno, a partire dal 2020, per i “teatri di proprietà dello Stato all’estero”. Infine, 100 assunzioni al dipartimento per la giustizia minorile e di comunità per consentire ai minori di scontare la pena in comunità anziché in carcere. Si punta all’assunzione di assistenti sociali e pedagogisti, che entreranno in servizio da ottobre. Un altro emendamento chiede l’assunzione di altri 18 funzionari da destinare sempre agli uffici di esecuzione penale esterna (cioè fuori dal carcere), mentre altre 160 assunzioni arriveranno per l’organizzazione decentrata del ministero della Giustizia.

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