La cena organizzata a casa di Luca Parnasi poco prima del Natale 2017 serviva a “dare un sostegno alla Lega“. E infatti nella dimora del costruttore romano ai Parioli arrivarono Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti e Giulio Centemero, rispettivamente segretario, vicesegretario e tesoriere del Carroccio. Centemero è indagato per finanziamento illecito dalla procura di Roma per i 250mila euro donati da Parnasi all’associazione Più Voci. In un’interrogatorio del giugno scorso il costruttore ha negato che quei soldi fossero un finanziamento occulto al Carroccio. Nelle intercettazioni pubblicate dall’Espresso sostiene l’opposto. A usare quelle parole “dare sostegno alla Lega” è infatti lo stesso Parnasi, intercettato a casa sua il 6 dicembre del 2017. Una microspia ambientale piazzata dai carabinieri registra l’imprenditore mentre parla con un suo collaboratore.

“Dare sostegno alla Lega” – Siamo nel dicembre del 2017 e dopo tre mesi ci saranno sia le elezioni politiche che le regionali in Lazio e in Lombardia. Il costruttore ha il centro dei suoi affari a Roma ma voleva espandersi anche a Milano, come ha confermato lui stesso. “Parnasi sta organizzando una cena con alcuni appaltatori e Matteo Salvini per il 19 a Roma e dice che la farà a casa sua per evitare che vengano beccati… che ci saranno altre 7 – 8 persone e la farà in maniera riservata per dare sostegno alla Lega“, scrivono gli investigatori nel brogliaccio agli atti dell’inchiesta. “Luca – continuano – dice che la Lega è molto importante a livello nazionale, le ipotesi sono che ci sarà un inciucio Forza Italia- Pd. Oppure 5 Stelle e Lega, e se questo dovesse succedere loro sono in buoni rapporti con entrambi e nessuno in Italia è in questa condizione”.

I messaggi: “Per iban facciamo de visu” – Tre giorni dopo Parnasi scrive su Telegram a Centemero: “Sto organizzando il 19 a casa mia. Che ne dici?”. “Direi ottimo. Fammi avere coordinate e ora per favore”, è la risposta del leghista. Che si spinge oltre e chiede: “Per Iban et similia facciamo de visu o vuoi tutto in anticipo?”. E in effetti i due si danno appuntamento per il giorno seguente in stazione Centrale a Milano. Dieci giorni dopo c’è la cena a casa Parnasi. Poi Centemero torna a scrivere al costruttore: “Ciao Luca, volevo ringraziarti molto per la cena, hai messo al tavolo delle persone di valore e sono contento Matteo ci si sia confrontato”. Dalla conversazione è impossibile risalire a chi fossero gli altri invitati, di certo la risposta di Parnasi fa capire che l’incontro fosse riservato. “Come fa Francesco Storace a sapere della cena con Matteo?”, chiede il palazzinaro. “Mmm Storace? O glielo ha detto Matteo – ipotizza Centemero – o l’addetta stampa di Matteo. Indago… oppure Storace ha contatti in questura (Matteo gira con la scorta)”.

L’imprenditore ai pm: “Non volevo finanziare in modo occulto alla Lega” – In un interrogatorio del 28 giugno scorso, però, Parnasi ha negato di aver voluto finanziare la Lega in modo occulto. “Con riferimento all’associazione Più Voci, a cavallo tra il 2015 e 2016 io ho effettuato due bonifici di 125mila euro. L’associazione era rappresentata da Giulio Centemero che io conoscevo e che era il tesoriere della Lega. Formalmente era un’associazione che promuoveva lo sviluppo immobiliare nel Nord Italia e io avevo interesse a finanziarla perché mi apriva la strada per estendere la mia attività anche in quella zona”, ha sostenuto il costruttore. Che sulle cene con Salvini ha spiegato: “Ci furono due cene, una Roma e una Milano. In quest’ultima cena intervennero una decina di imprenditori di tutti Italia ed era presente Parisi e solo per un saluto Salvini. Nella cena a Roma intervenne Salvini e forse anche la Meloni. Non so se lei sia intervenuta ma certo era in programma la sua presenza. In ciascuna delle due cene doveva essere presente il candidato sostenuto dall’associazione a Roma (Meloni) e a Milano (Parisi). Non si trattava di un finanziamento al partito. Centemero, tesoriere della Lega mi propose di dare questo sostegno all’associazione e io effettuato l’erogazione per sostenere l’associazione. Nelle conversazioni intercettate io ero solo preoccupato che tutto fosse stato fatto regolarmente”, ha sostenuto il costruttore.

“Soldi occulti al Pd” – Nello stesso interrogatorio, invece, Parnasi ha confermato di aver girato un finanziamento al Pd in modo occulto. Nella stessa inchiesta, infatti, è indagato Francesco Bonifazi, ex tesoriere dem ora con i renziani di Italia Viva. “Sia io che mio padre – ha raccontato Parnasi ai pm – abbiamo sempre sostenuto il Partito Democratico con finanziamenti ufficiali. Ho conosciuto la fondazione Eyu tre o quattro anni addietro. Francesco Bonifazi nel periodo dell’ultima campagna elettorale mi chiese di raggiungerlo alla sede del partito e mi rappresentò la possibilità di acquistare uno studio di fattibilità sulla casa condensato in un volume di poco più di un centinaio di pagine. Io aderii e effettuai l’acquisto con la immobiliare Penta Pigna sebbene non avessi né come persona né come gruppo alcun interesse a questo studio. Fu un modo per far affluire liquidità al Pd”. Una versione che smentisce completamente quando raccontao ai pm da Bonifazi, indagato per emissione di fatture false e finanziamento illecito ai partiti, che ha negato di sapere nulla su quello studio venduto a Eyu all’immobiliare vicina a Parnasi in cambio di 150mila euro. Ai pm l’ex tesoriere dem ha detto aver solo messo in contatto Parnasi e Domenico Petrolo, il responsabile relazioni esterne di Eyu: “Di ciò che è accaduto dopo quella stretta di mano non so niente. Il Nazareno è davvero un corridoio lunghissimo. Per arrivare incontri prima Petrolo che me, io ero nella parte finale del corridoio, diciamo la parte nobile del Nazareno”. “Bonifazi in concreto era per me da un lato rappresentante di Eyu e dall’altro rappresentante, quale tesoriere, del Partito democratico”, ha detto Parnasi. “Per me – ha aggiunto il costruttore – fu un modo di fare affluire, come in passato, finanziamenti al Pd, con la differenza che i precedenti finanziamenti passavano per delibera ufficiale della società. Questo finanziamento viene mascherato da questo contratto di acquisto per l’importo di 150mila euro”.

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