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Gioca con lo smartphone al buio, si ritrova cieco vittima di un infarto oculare. Il medico: “Non è cecità permanente. E niente allarmismo: non c’entra il telefono”

L’illuminazione degli schermi possono causare problemi momentanei ma nulla di permanente. Non c’è nessuna correlazione causa-effetto diretta, niente allarmismo”: è l’analisi del dottor Antonio Scialdone, direttore dell’Ospedale Oftalmico Fatebenefratelli di Milano

di Kevin Ben Alì Zinati

Qualche secondo prima stava giocando sullo smartphone, a letto, al buio, qualche secondo dopo si è ritrovato temporaneamente cieco. È successo a un uomo di origine cinese nella provincia di Shaanxi, come riferisce il South China Morning Post. Pare che l’uomo sia stato colpito da un “eye stroke”, ovvero un infarto oculare. Colpa dello smartphone? “L’illuminazione degli schermi possono causare problemi momentanei ma nulla di permanente. Non c’è nessuna correlazione causa-effetto diretta, niente allarmismo”: è l’analisi del dottor Antonio Scialdone, direttore dell’Ospedale Oftalmico Fatebenefratelli di Milano.

Secondo la diagnosi ricostruita dal giornale, l’uomo avrebbe avuto un’occlusione delle arterie che portano il sangue alla retina. Era a letto, in piena notte, a giocare sullo smartphone con la sole luce dello schermo ad illuminare la stanza e probabilmente con un occhio fisso sullo schermo e un altro coperto dal cuscino, come spesso capita. All’improvviso, ha cominciato a sentire un dolore nella zona alta del viso, poi il buio. “Stavo usando l’occhio destro per guardare il mio telefono e potevo vedere alcune parole ma non altre” avrebbe dichiarato l’uomo a Scmp.

“Non è raro ma l’infarto oculare sicuramente è poco frequente. E dare la colpa allo smartphone sarebbe esagerato e manderebbe un messaggio sbagliato”. Per il dottor Scialdone del Fatebenefratelli di Milano, la temporanea cecità dovuta al troppo tempo davanti allo schermo del telefono è un effetto possibile ma di certo non permanente e irrimediabile. Ma soprattutto, non esistono prove scientifiche che dimostrino la correlazione diretta. L’infarto del nervo ottico, per esempio, “colpisce tendenzialmente persone già anziane. In più spesso è abbinato a malattie autoimmuni. Teoricamente potrebbe essere anche una coincidenza che a quest’uomo sia venuto un infarto del nervo ottico mentre giocava con il cellulare al buio”.

La temporanea perdita della vista che avrebbe colpito l’uomo potrebbe anche dipendere da un momentaneo deficit nel meccanismo di riproduzione delle cellule visive. “La visione dipende da una riformazione continua delle cellule del pigmento visivo. Le molecole cambiano in continuazione forma e legami e da qui emergono segnali che fanno partire il meccanismo della visione”. Se si sottopone l’occhio a una luce continua e intensa, le cellule non hanno più il tempo di riformarsi, l’occhio si adatta alla luce e quando lo si stacca e si guarda da un’altra parte, ha bisogno di un tempo maggiore per formare nuovi legami delle molecole visive. “È in questo periodo di adattamento che si perde temporaneamente la vista e più la luce è intensa e più il periodo di adattamento è prolungato”.

Negli ultimi anni si è parlato tanto anche dei danni oculari causati da una lunga esposizione alle luci blu, emesse tra gli altri anche dagli smartphone. “Di tutto lo spettro luminoso è quella a più alta energia e che penetra più profondamente nell’occhio. Passa attraverso la cornea e viene filtrata dal cristallino e poi finisce sulla retina. A furia di restarne esposti, queste radiazioni potrebbero accelerare fenomeni di invecchiamento del cristallino o di degenerazione maculare ma non c’è alcuna certezza, anzi”. Secondo l’American Academy of Ophtalmology, infatti, non avrebbe alcun rischio.

Un problema che l’uso prolungato di smartphone, tablet o computer può causare agi occhi è invece l’accentuazione di secchezza oculare. “Cioè una sofferenza della cellule superficiali dell’occhio, tantissime persone che usano il telefono tutto il giorno hanno gli occhi stanchi e che si seccano ma dopo poco tempo si riprendono”, conclude Scialdone, sottolineando che dare colpe non meritate agli smartphone non è “utile a nessuno. Servono altri studi, ricerche e prove che dimostrino questa causa-effetto, altrimenti si creano speculazioni inutile e troppo allarmismo”.

Gioca con lo smartphone al buio, si ritrova cieco vittima di un infarto oculare. Il medico: “Non è cecità permanente. E niente allarmismo: non c’entra il telefono”
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