Avrebbe dovuto entrare in vigore il prossimo 15 novembre, ma un giudice federale l’ha bloccata: “Sfida la Costituzione degli Stati Uniti“. Si tratta della legge anti-aborto firmata lo scorso maggio dalla governatrice dell’Alabama Kay Ivey e approvata dal Senato di Stato americano: interruzione di gravidanza proibita anche in caso di stupro o incesto. La misura più restrittiva di tutti gli Stati Uniti. Secondo il giudice, la legge è incostituzionale perché viola il diritto dell’individuo alla privacy e di fare scelte essenziali per la dignità personale e autonomia: “Sminuisce la capacità delle donne di agire nella società e di prendere decisioni in merito alla riproduttività. “.

La legge prevede che una donna possa abortire solo in presenza di un grave rischio per la sua salute o in caso di “anomalia letale” del feto. Al di fuori di questi casi, i medici che proveranno a praticare l’interruzione di gravidanza rischiano di essere condannati a 10 anni di carcere, che salgono a 99 anni nel caso in cui l’operazione vada a buon fine.

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