Gli editori francesi hanno annunciato oggi, in una conferenza stampa a Parigi, che denunceranno Google all’Authority della concorrenza (l’Antitrust nazionale) e chiederanno al governo di svolgere opportuni accertamenti sulla mancata applicazione da parte del motore di ricerca della direttiva sul diritto d’autore della stampa online. Riuniti sotto l’egida dell’Alliance de la presse d’information generale, gli editori hanno annunciato la loro iniziativa nel giorno in cui è entrata in vigore in Francia la legge che traspone nel diritto francese la direttiva europea sul copyright. Google l’ha già fatto sapere nelle settimane scorse: le informazioni che, in base alla direttiva, dovrebbero essere a pagamento diventeranno molto meno visibili nella lista dei risultati derivanti da una ricerca online. Gli editori si trovano quindi di fronte alla scelta di rinunciare ai loro diritti e diffondere i loro contenuti senza remunerazione, oppure essere penalizzati nei risultati delle ricerche. L’agenzia Afp prepara una denuncia analoga, secondo quanto si apprende dalla sua direzione.

A partire da questo caso, gli editori dell’Unione Europea considereranno “possibili passi formali e legali per fermare l’abuso da parte di Google della sua posizione dominante”. Lo ha annunciato Carlo Perrone, presidente di European Newspaper Publishers’ Association, l’associazione degli editori Ue (ENPA). Insieme all’altra associazione di categoria, la European Magazine Media Association (EMMA), i professionisti della stampa esprimono solidarietà ai colleghi: “Il rifiuto di Google di pagare per l’uso di contenuti editoriali va contro le intenzioni delle leggi europee e francesi e rappresenta una sfida alla sovranità europea e nazionale”, ha detto il presidente di EMMA Xavier Bouckaert.

In una dichiarazione a Ilfattoquotidiano.it, un portavoce di Google fa sapere: “Gli editori hanno ampia possibilità di scelta su come i loro contenuti vengano visualizzati su Google. Indipendentemente dalla scelta che fanno, noi non rimuoviamo nessuno dalla ricerca e non stiamo cambiando il modo in cui valutiamo la pertinenza di una pagina. La legge non richiede il pagamento per i link e gli editori europei traggono già un valore significativo dagli 8 miliardi di visite che ricevono ogni mese dalle persone che effettuano ricerche su Google. E, naturalmente, siamo felici di rispondere a qualsiasi domanda che l’Autorità garante della concorrenza possa avere.”

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