Bandito o quasi da tutti i cieli del mondo il Boeing 737 Max probabilmente non avrebbe mai dovuto iniziare a volare. La Federal Aviation Administration, infatti, accusa Boeing di non aver consegnato subito comunicazioni tra due dipendenti, contenenti “preoccupanti” informazioni sul veivolo. da sempre il colosso aeronautico ha sostenuto di non aver mai saputo che il nuovo sistema di sicurezza automatizzato dei 737 Max non fosse in realtà sicuro. Due gli incidenti che avevano portato allo stop: nel marzo del 2019 e nell’ottobre del 2018. Sono 346 le persone che hanno perso la vita in quegli incidenti.

Il New York Times ha scoperto che nei giorni scorsi Boeing ha consegnato alle autorità statunitensi un documento che rivela che nel 2016 Mark Forkner, un pilota che lavorava allo sviluppo del 737 Max, si era detto molto preoccupato del nuovo sistema in una conversazione con un collega.

Nei messaggi, che risalgono a novembre del 2016 (mesi prima che il 737 Max ricevesse la certificazione dalla Federal Aviation Administration) il pilota si era lamentato del fatto che il sistema avesse un comportamento imprevedibile e caotico nelle simulazioni di volo. L’amministratore delegato di Boeing. Dennis Muilenburg, fino a pochi giorni fa anche presidente, dovrà testimoniare davanti a due commissioni d’inchiesta del Parlamento statunitense il 29 e il 30 ottobre. Nei giorni scorsi proprio Muilenburg aveva annunciato immediata assistenza finanziaria
alle famiglie delle vittime degli incidenti aerei della Lion Air e dell’Ethiopian Airlines con il 737 Max.

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