A Cremona c’è la tassa sullo zerbino. Lo zerbino collocato fuori dal negozio con impresso il logo commerciale dell’attività è tassato con l’imposta comunale sulla pubblicità. Come nel caso di uno zerbino brandizzato da vent’anni – sulla porta di un negozio con sede in una delle più belle vie del centro storico cittadino, a due passi dal Duomo e dal Torrazzo – del quale l’amministrazione comunale non era, evidentemente, mai accorta. Per un metro quadro di tappetino, il Comune ha messo a reddito 37,95 euro l’anno. Poco, si dirà, ma l’artigiano ha dovuto pagare anche una sanzione, pari al doppio dell’imposta, per omessa denuncia. “Una denuncia che manco sapevo di dover fare”, si difende il negoziante. “Non è ovviamente una tassa sullo zerbino – sostiene il Comune tramite l’assessore al Bilancio Maurizio Manzi – E’ una tassa sulla pubblicità”. Che si applica in base alle dimensioni del tappeto, considerato a tutti gli effetti veicolo di marketing.

A Cremona sono una ventina le attività che pagano la tassa. A metà settembre, il nostro artigiano riceve dall’Ica, il concessionario di riscossione del Comune, l’avviso di pagamento per un totale di oltre 1000 euro, per le varie insegne che compaiono sulle due vetrine dell’attività. “La cosa che ci ha sorpreso tuttavia è stato vedere questa aggiunta: lo zerbino è lì da sempre e non abbiamo mai inteso evadere il pagamento”. E aggiunge: “E’ bene sottolineare che questa imposta sulla pubblicità gode di ampia discrezionalità da parte del Comune nella sua applicazione. E’ infatti difficile misurare la metratura di ogni singolo adesivo esposto in vetrina durante l’anno, ma vabbè si sa che gli italiani sono apprezzati in tutto il mondo per la loro creatività”. Il caso, intanto, diventa politico, con la Lega, a Cremona è all’opposizione, che interviene per chiedere “formalmente” al Comune un passo indietro. Il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, Alessandro Zagni, pubblica su Facebook il bollettino di un altro commerciante: zerbino di 1,50 metri quadrati, tassa di 85,39 euro. “Tra l’altro – sostiene ancora il gruppo consigliare leghista – ci domandiamo come uno zerbino possa essere considerato un mezzo pubblicitario. Quanti scelgono un negozio piuttosto che un altro perché si lasciano convincere dallo zerbino?”.

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