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Enjoy, stasera su Nove il documentario “Il mondo del lusso”. Parla una delle protagoniste: “Vademecum: dove e come spendere. E come ‘sbattertelo in faccia’”

Il lusso non conosce crisi. L’anno scorso per beni personali di alta gamma si è spesa in tutto il mondo una cifra capogiro pari a 260 miliardi di euro. In tempi di magra ci si aspetterebbe meno ostentazione invece…

di Januaria Piromallo

Se non avessero rubato il gabinetto tutto d’oro di Cattelan, 103 chili, valutato 5 milioni di euro, di sicuro sarebbe finito nella residenza di qualche eccentrico miliardario. Intanto di certo il furto ha fatto alzare il valore. Spendereste invece 125mila euro a metro quadrato per abitare nel nuovo complesso urbanistico di Montecarlo, sei ettari di estensione sul mare (sì, proprio come la “Palma” sorta dalle acque di Dubai). E proprio a Dubai una couturier ha cucito una ad una 2000 pietre preziose su un caftano (il più costoso del mondo) destinato chissà a chi. “Il lusso è una necessità che inizia quando la necessità finisce”, diceva Coco Chanel. E aggiungeva: “È l’opposto della volgarità”. Ma oggi la posta del gioco “Il mio miliardo è più lungo del tuo” è sempre più alta.

E’ una corsa senza freni: ad accaparrarsi l’archistar Frank Gehry per farsi disegnare gli interni dell’aereo privato. A farsi venire i pinguini da non so quale riserva per metterli a sguazzare in piscina a un party a Montecarlo. Un lusso che fa sognare (e rosicare d’invidia chi rimane escluso). Roberto Russo, fashion e party maker, che sa muovere tutte le pedine giuste, non solo a Capri. A lui si è rivolto l’amico Lawrence Stroll, il big boss della formula Uno, per il party di compleanno in stile Grande Gatsby, a Villa Fersen, un gioiellino della Secessione viennese, spalancata sul golfo. La festa è costata 5 milioni di euro, dicono. Per soli, sì solo, 136 invitati del gotha planetario, un’orchestra di 40 elementi, 14 cantanti e una ventina di ballerine piumate Charleston che ballavano su superficie specchiata. Solo per decoro e allestimenti sono stati convocati in loco la bellezza di 260 maestranze.

E’ sempre la più desiderata al mondo, la Birkin, griffata Hermès. Servono 40 mani artigianali per realizzarne una e una lista d’attesa di mesi per sfoggiare l’ultimo oggetto del desiderio in pellami rari e pregiati. Il modello So-Black è stata battuta tre mesi fa a Hong Kong all’asta di Christie’s per 200mila euro. Favolosa, opulenta, tutta marmo e fregi ottomani, è la Spa del One & Only di Dubai (della catena Leading Hotel of the World). C’è chi non ama la visione dei sudori altrui e vuole coccole e masseuses tutte per sé e allora affitta l’hamman ad uso esclusivissimo. Un vero luxury.

Lo stilista del lusso, Antonio Riva, che ieri ha inaugurato la Fashion Week milanese, ha dedicato la sua sfilata “ Park Avenue”, alle shoppers compulsive dell’ upper class di New York. Pezzo unico (già venduto) un corsetto luccicante intessuto di diamanti e diamantini, realizzato dalla griffe caprese di alta gioielleria, Chantecler. L’anno scorso in sinergia hanno “cucito” una scultura del quasi introvabile corallo di Sciacca su un setoso fatto su misura. Esclusivo, unico, personalizzato come il baule artigianale vintage Louis Vuitton. La customizzazione (lo voglio solo per me) e’ l’ultima frontiera del luxury estremo. E il modello datato 1925 da oggi esposto come un’opera d’arte a Palazzo Reale è il pezzo forte della mostra “Time Capsule”. Perché c’è una bella differenza fra lusso/chic e lusso/cafonal.

E’ quasi tutto pronto per il lancio della storica testata del gruppo Hearst, Harper’s Bazaar, la dirigerà Alan Prada, ex vicedirettore di Vogue, e punterà tutto sul mondo patinato. Da Hyper Class, termine individuato dai sociologi, che va oltre l’upper class. E’ il target di Alessandro Cajrati Crivelli, guru dell’immobiliare dello star system losangelino (lui tra l’altro è italiano). Vende a Bel Air, il quartiere ultra/chic di LA, ville da 43milioni di dollari. In confronto le residenze di Berlusconi sembrano quasi case popolari.

Enjoy. Geniale. Il titolo è assolutamente geniale. E non perché sono di parte. Lo è davvero. Ironico, provocatorio e sfruculiante. Tre puntate dedicate al lusso, droga e porno, tre universi scandagliati senza pregiudizi da Peter Gomez. La parola d’ordine è eccesso, alzare l’asticella per amplificare le emozioni. Poi ci pensano i social a fare da megafono. In tempi di magra ci si aspetterebbe meno ostentazione invece il supericco si compra la pochette tempestata di diamanti e te la sbatte in faccia.
Stasera (alle 21.25 sulla Nove) il Gran Debutto sul mondo del lusso. L’ostentazione è la parola chiave. Il Grande Sfoggio alla ferragni style. Milionari che diventano influencer e viceversa. Il lusso che non conosce crisi. L’anno scorso per beni personali di alta gamma si è spesa in tutto il mondo una cifra da capogiro pari a 260 miliardi di euro. Si parte da Gstaad e, visto che conosco benino la materia, ho accompagnato Peter e Luca Sommi (l’autore) per un’escursione ad alta quota tra vizi contemporanei e capricci fuori misura.

Il Grand Hotel Park e il Palace ci hanno aperto le loro bellissime suite da 25mila euro a notte, compreso il maggiordomo 24 ore su 24. I rampolli dei ricchi vanno in collegi da rette annuali da oltre 100mila euro. Andreas Fend (Fend & Partner), il Macron dell’immobiliare, annuncia che il metro quadrato da questi parti, tutto in boiserie, può arrivare anche e oltre 50mila franchi. E ricorda di quando Andrea Bocelli è venuto a “arieggiare” nella chiesetta gotica di Saanen. E’ stato il regalo di un miliardario alla piccola comunità di comuni mortali. Ma ha voluto che il suo nome rimanesse top secret.

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