Ha vissuto senza stomaco, da anni, “per errore”, ma la valutazione medica era “totalmente sbagliata”. Per questo due medici – primo e secondo chirurgo – dell’Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni sono finiti a processo. Vittima dell’ipotetico caso di malasanità è una donna di 53 anni, sottoposta il 4 aprile 2016 a un intervento di gastrectomia totale dopo una diagnosi di tumore maligno. A deciderlo il pm di Monza, Alessandro Pepè, che ha disposto la citazione diretta a giudizio per i due chirurghi. L’accusa è di lesioni colpose gravissime.

Secondo la Procura di Monza l’operazione avrebbe provocato alla 53enne una “malattia certamente o probabilmente insanabile”, come, appunto, la perdita di un organo. Il legale della donna, Francesco Cioppa, ha evidenziato “insieme all’inaudita gravità del comportamento negligente ed imperito mantenuto dagli imputati, l’incomprensibile ed inaccettabile indifferenza mostrata sia da questi, sia soprattutto dalla struttura sanitaria in cui questi operavano ed operano, nei confronti delle sorti della paziente e delle immani sofferenze a lei inferte”.

Anche l’azienda sanitaria, la Multimedica spa, è stata citata nel dibattimento come responsabile civile dal legale della donna. Secondo il pm, “l’equipe che ha prescritto, programmato, gestito ed effettuato l’intervento”, ma ha “interpretato in maniera completamente errata la Egds (esofago-gastro-duodenoscopia,ndr) e la Tac addominale del 31 marzo 2016″, formulando quindi “un’errata diagnosi di carcinoma gastrico” senza “attendere l’esito delle biopsie eseguite”.

Rimarrebbe inoltre senza spiegazione la decisione “di eseguire un’asportazione totale rispetto alla possibilità di procedere ad una asportazione parziale dell’organo”. Nel corso dell’intervento – sempre secondo l’accusa – non sono state inoltre eseguite biopsie per “acquisire ulteriori elementi di valutazione” e i medici implicati nella vicenda non avrebbero rispettato le “linee guida in materia che impongono, ove possibile, di privilegiare un’asportazione parziale”.

La 53enne avrebbe perso oltre 30 chili dall’intervento e per oltre dieci mesi non avrebbe potuto avere una vita normale. L’avvocato Cioppa sottolinea come la sua assistita abbia dato il “consenso informato” a quell’asportazione per una “diagnosi di tumore maligno dello stomaco rivelatasi totalmente sbagliata e priva di qualsiasi riscontro”. La prossima udienza del processo in corso a Monza, davanti al giudice Angela Colella, è fissata per il 17 settembre.

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