“Abbiamo avuto ansia rispetto al voto su Rousseau e lì l’intervento di Beppe Grillo ha fatto la differenza”. Il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci, intervistato da la Stampa,ha ripercorso le ultime tappe che hanno portato alla formazione del governo Conte 2. E ha riconosciuto l’importanza del ruolo del fondatore del Movimento nella fase più delicata delle trattative. Proprio Marcucci, tra i più vicini a Matteo Renzi, è stato uno dei pontieri del Pd, insieme al collega alla Camera Graziano Delrio, che più ha lavorato all’accordo con i 5 stelle.

“Io sono sempre stato ottimista”, ha dichiarato il senatore. “Fin dall’inizio ho colto nel Pd, in M5s, in Leu e nelle altre forze la volontà di rimettere l’interesse della comunità nazionale davanti a tutto. Il modo con cui si è arrivati alla crisi, il dileggio continuo delle istituzioni da parte di Salvini aveva posto tutti di fronte all’esigenza di tutelare i nostri valori fondamentali. Dopodiché, abbiamo certamente avuto ansia rispetto al voto su Rousseau e lì l’intervento di Beppe Grillo ha fatto la differenza”.

Alla domanda su che effetto gli abbia fatto trovarsi al tavolo della discussione con Conte e i capigruppo M5s, lui che era noto per gli attacchi e le polemiche aperte proprio con il fronte grillino, ha risposto: “L’ imbarazzo in queste situazioni si supera velocemente. E comunque sia nei confronti del presidente Conte che del capogruppo Patuanelli, con cui ho interagito in questo anno e mezzo, c’ era un rapporto che andava al di là delle posizioni politiche. Un clima personale che ci ha consentito di lavorare da subito sul programma. Un programma di cui siamo orgogliosi. Al tavolo ho trovato persone che affrontavano le questioni con buon senso”. Marcucci ha anche dato garanzie sulla tenuta del governo: “Con il Pd unito andremo avanti a lungo”, ha concluso.

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