Dieci ministri del Movimento 5 stelle, nove del Partito democratico, uno a LeU, una tecnica. Ventuno in totale, un terzo sono donne, che in totale quindi sono sette. Sono i numeri del governo Conte 2, sostenuto dai 5 stelle e dal Pd. Dalla crisi aperta dalla Lega che ha fatto cadere il precedente esecutivo sono passati solo ventisette giorni. Già domani il nuovo esecutivo è pronto a giurare. Ne fanno parte tredici i ministri con portafoglio e otto senza. Quattordici uomini e sette donne (una in più rispetto al governo precedente), undici sono nati in regioni del Sud Italia: quella più rappresentata è la Campania con 4 ministri, seguita dalla Sicilia (3), la Basilicata (2), Puglia (2). Quelli nati nel Nord Italia sono invece 8 con Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna che hanno un paio di ministri a testa. Due i romani, cioè il nuovo titolare del Tesoro, Roberto Gualtieri, e Lorenzo Fioramonti, promosso da viceministro a ministro dell’Istruzione. Un anno e mezzo fa su 18 ministri, 6 erano lombardi. Il sottosegretario alla presidenza, che è Riccardo Fraccaro, proviene dal Trentino (ma è nato in Veneto), il premier Conte come è noto è pugliese.

Rispetto al precedente esecutivo, rimangono al governo in sei di cui tre ministri: Alfonso Bonafede resta alla Giustizia, Sergio Costa all’Ambiente, Luigi Di Maio trasloca dal Lavoro e Sviluppo Economico agli Esteri. Poi ci sono due promozioni: Vincenzo Spadafora passa da sottosegretario con delega alle Pari opportunità a ministro dello Sport e Politiche Giovanili, Fioramonti da viceministro dell’Istruzione a ministro. Fraccaro, invece, lascia il ministero dei Rapporti con il Parlamento per la poltrona di sottosegretario alla presidenza. Nel Pd tornano ministri Dario Franceschini (sempre ai Beni Culturali, come con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni), e vengono promossi Enzo Amendola agli Affari Europei (è stato sottosegretario sempre negli esecutivi dem) e Teresa Bellanova all’Agricoltura (era viceministro allo Sviluppo Economico). Molto bassa l’età media: con 47 anni di media si tratta probabilmente di uno degli esecutivi più giovani della storia. Le professioni più diffuse, invece, sono l’avvocato e il professore universitario. Solo 4 i ministri senza laurea: Di Maio, Spadafora, Amendola e Nunzia Catalfo.

MINISTRI CON PORTAFOGLIO

Economia: Roberto Gualtieri (Pd)

Esteri e cooperazione internazionale: Luigi Di Maio (M5s)

Interno: Luciana Lamorgese (tecnico)

Giustizia: Alfonso Bonafede (M5s)

Difesa: Lorenzo Guerini (Pd)

Infrastrutture e Trasporti: Paola De Micheli (Pd)

Politiche Agricole e Forestali: Teresa Bellanova (Pd)

Beni Culturali e Turismo: Dario Franceschini (Pd)

Sviluppo economico: Stefano Patuanelli (M5s)

Lavoro: Nunzia Catalfo (M5s)

Ambiente: Sergio Costa (M5s)

Istruzione: Lorenzo Fioramonti (M5s)

Salute: Roberto Speranza (LeU)

MINISTRI SENZA PORTAFOGLI

Rapporti con il Parlamento: Federico D’Incà (M5s)

Mezzogiorno: Giuseppe Provenzano (Pd)

Affari Europei: Enzo Amendola (Pd)

Affari regionali: Francesco Boccia (Pd)

Sport e Politiche giovanili: Vincenzo Spadafora (M5s)

Innovazione tecnologica: Paola Pisano (M5s)

Pubblica amministrazione: Fabiana Dadone (M5s)

Pari opportunità e famiglia: Elena Bonetti (Pd)

Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Riccardo Fraccaro (M5s)

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