Christine Lagarde, candidata alla presidenza della Banca centrale europea, Mario Draghi, apre a una revisione dell’insieme di norme che disciplina le gestione delle finanze pubbliche dei Paesi dell’Eurozona. In vista dell’audizione di mercoledì prossimo, quando sarà sentita dagli eurodeputati della commissione per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo guidata da Roberto Gualtieri che dovranno dare via libera al suo mandato per otto anni, la ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha risposto per iscritto al questionario sottoposto dagli eurodeputati. Osservando che una revisione delle regole offrirà l’occasione “per valutare l’efficacia dell’attuale quadro normativo e discutere delle opzioni per la sua riforma”.

Secondo il Financial Times, Lagarde sarebbe favorevole a eventuali interventi destinati in particolare a dare più margine di manovra ai singoli Paesi affinché, nei momenti economicamente favorevoli, possano mettere da parte risorse da utilizzare per fronteggiare congiunture sfavorevoli. E in questa ottica l’ex direttore del Fmi vedrebbe di buon occhio anche la creazione di uno strumento di bilancio da utilizzare per affrontare shock imprevisti.

Ma la cautela sull’esito del confronto tra le cancellerie dei 19 Paesi che condividono l’euro è d’obbligo. Funzionari della Commissione europea hanno elaborato di recente un documento di riflessione in cui si parla della necessità di semplificare le regole europee da cui Bruxelles ha ‘politicamente’ preso le distanze. La proposta della Francia di Emmanuel Macron per la creazione di un bilancio dell’Eurozona è stata finora respinta. E anche tutte le altre idee messe sul tavolo dell’Ecofin per allentare la camicia di forza dentro la quale sono costretti i bilanci nazionali non hanno fatto finora molta strada.

Ma la necessità di fronteggiare una congiuntura economica sfavorevole e di superare i dogmi dell’austerity sono argomenti con cui le ‘colombe’ possono ora fronteggiare i ‘falchi’ del rigore del Nord Europa. Un confronto destinato a svilupparsi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi in un contesto caratterizzato dal rinnovo totale delle massime cariche delle istituzioni europee che rappresenta una finestra di opportunità. E che, anche grazie al possibile contributo di un’Italia europeista ma riformatrice, potrebbe portare oltre la promessa già fatta da Ursula von der Leyen davanti ai nuovi europarlamentari per sostenere la crescita e gli investimenti utilizzando tutti i margini di flessibilità che le attuali regole già prevedono.

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