Diciamo la verità. Luigi Di Maio è completamente innamorato di Matteo Salvini. E ricorda tanto la figura del classico cornuto, che nonostante abbia scoperto il tradimento continua a far finta di non vedere. E se qualche amico osa dirglielo lui non se la prende con la compagna/o infedele ma con chi gli ha raccontato del tradimento. Questo è Di Maio in queste ore.

Salvini continua palesemente a prendersi gioco di Gigino. Un ragazzino che è completamente sperduto e in balia del suo compagno di sventura. In tutta questo caos istituzionale, l’unico del Movimento 5Stelle che sembra abbia preso una posizione finalmente chiara è Giuseppe Conte. Perché è un altro secondo me il giochino di Di Maio. Rompere subito ogni eventuale trattativa con il Pd e ritornare subito fra le braccia della Lega. E sotto questa situazione ci sono interessi internazionali ben più grandi. Una parte del Movimento 5 stelle non ha mai nascosto simpatie per la Russia, mentre Giuseppe Conte nel suo intervento in senato ha parlato chiaramente di Europa.

Insomma, dopo che Salvini ha tranquillamente tradito in più riprese i 5stelle, Di Maio e i suoi sono ancora lì che cercano una soluzione per rientrare con la Lega. Le capriole e le falsità di Salvini hanno svelato palesemente la paura del degradato capitano leghista di perdere la poltrona di governo. Mentre Di Maio è in piena crisi esistenziale. A questo punto le strade si intrecciano. Se il Pd vuole veramente provare a fare un governo con i 5stelle, cosa che personalmente non farei, allora deve partire da Conte. L’unico che in questo momento ha chiuso con la Lega e ha preso le distanze da Salvini. Ma dal mio punto di vista, dal governo devono rimanere fuori i precedenti ministri 5stelle.

Fuori senza dubbio Di Maio, Danilo Toninelli e la ministra della salute Giulia Grillo. Queste secondo me devono essere le condizioni per un eventuale governo di svolta. Altrimenti fine dei giochi. Con questa operazione, ossia accettando Conte come presidente del Consiglio, si metterebbe Di Maio con le spalle al muro. Tante e troppe responsabilità condivise con Salvini. Questa sarebbe la vera discontinuità. Ed allora il Pd dica apertamente questi punti. Ma soprattutto venga ripristinato il vecchio streaming prima tanto amato dai grillini: Zingaretti e Di Maio parlino davanti a tutti in diretta Facebook e non si nascondano.

Diversamente, fine delle ambiguità dimaiane. Vada da Mattarella e dica: amo Salvini e non voglio più separarmi. E a quel punto il nostro caro e paziente presidente della Repubblica ha due strade: o chiedere un ricovero coatto per Di Maio o mandarli tutti a casa. Perché francamente non se ne può più. Vedere le nostre istituzioni in mano a certi personaggi è desolante. Un Salvini che si barrica all’interno del Ministero e si ricorda di andarci solo dopo che sta rischiando di perderlo. Un Di Maio che gioca con le parole e pensa di prendere in giro persone più sagge e grandi di lui.

Un circo indecoroso. E allora se i Conti non tornano presto al voto.

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