Medici per i diritti umani è un’organizzazione umanitaria fondata a Roma nel 2004. Nello stesso anno sempre nella capitale è nato il progetto ‘’Un camper per i diritti’’, un presidio mobile che in diverse zone della città, tra cui la stazione Termini e la stazione Tiburtina, fornisce gratuitamente assistenza medica e sanitaria. “Nell’ultimo anno la tipologia dei nostri pazienti è molto cambiata – ha dichiarato Giulia Chiacchella, medico del progetto ‘Un Camper per i diritti’ – siamo passati da persone dirette in altri paesi europei a persone che vivono stabilmente in Italia da un anno o più.” “Abbiamo notato – ha aggiunto Anita Carriero, coordinatrice della clinica mobile di Roma – che cresce il disagio psichico e aumentano i fattori di rischio per la salute mentale, a causa dell’estrema precarietà sia abitativa che lavorativa in cui queste persone si trovano a vivere’’

Secondo i dati di Medu, i pazienti sono soprattutto migranti provenienti dall’Africa occidentale, nella maggior parte dei casi regolari, ma che per diversi motivi si trovano in una fase di limbo: persone con protezione umanitaria che in seguito al decreto sicurezza non sono sicure del rinnovo del documento, dublinati cioè migranti rimandati in Italia secondo le regole del paese di primo ingresso previste dal trattato di Dublino, detentori della protezione internazionale che una volta ottenuto lo status di rifugiato si trovano costretti ad abbandonare i centri Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) senza in molti casi avere un’alternativa.

A peggiorare la situazione tanto da renderla ‘’esplosiva’’, secondo gli operatori di Medu, sono i continui sgomberi che avvengono nella capitale: ‘’Non sono risolutivi – ha detto Anita – le persone dopo uno sgombero non fanno altro che spostarsi peggiorando la loro situazione.’’ Secondo il programma degli interventi approvato dal Prefetto di Roma in seguito al ‘Decreto sicurezza’, partendo dalla primavera del 2020 con una media di quattro interventi ogni dodici mesi, sono 23 gli sgomberi previsti nella capitale ai quali vanno aggiunti altri due edifici per i quali la Prefettura ha già in corso le attività propedeutiche allo sgombero

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