L’autosufficienza potrebbe non bastare. E nemmeno la mini-alleanza con Fratelli d’Italia assicurerebbe una forza invincibile. Per essere sicura di essere competitiva in tutti i collegi dell’uninominale, da Nord a Sud, per la Lega potrebbe essere necessaria una coalizione vecchia maniera, larga, a tre gambe. Tradotto: un patto con Forza Italia. È quello che suggerisce una elaborazione di YouTrend per l’agenzia Agi, che ha realizzato le simulazioni con l’attuale legge elettorale sui seggi di Camera e Senato secondo i dati dell’ultima Supermedia del primo agosto.

Il Rosatellum, come noto, assegna poco più di un terzo dei seggi (il 36 per cento) con il sistema dei collegi uninominali maggioritari, nei quali viene eletto il candidato (di coalizione) che prende anche solo un voto in più. Se il M5s storicamente non ha alleati e il Pd proverà a formare una coalizione di centrosinistra, i risultati cambiano a seconda dei tre scenari di centrodestra, cioè se la Lega corre da sola, oppure si allea con i soli Fratelli d’Italia, o se si accorda anche con Forza Italia. La costante, in tutti gli scenari, è una netta prevalenza della Lega (sia in coalizione con il centrodestra sia da sola) nei collegi del Centro-Nord; così come risulta sempre in vantaggio il centrosinistra nei collegi a cavallo tra Firenze e Bologna, nonché in quelli più centrali delle grandi città.

Resta l’incognita del Sud Italia. Il centrodestra unito, infatti, secondo le stime You Trend, trionferebbe in quasi tutti i collegi meridionali. Resterebbero pochissimi feudi del Movimento, ad esempio nel Napoletano. Diverso risultato, invece, nel caso in cui Forza Italia si staccasse dalla coalizione, lasciando Fratelli d’Italia e Lega a correre insieme: in questo caso le possibilità per gli altri partiti crescerebbero di poco, lasciando però quasi tutti i collegi comunque in mano alle destre. Una terza configurazione, invece, si prospetterebbe nel caso in cui Salvini scegliesse una corsa in solitaria. Solo così lo scenario al Sud sarebbe ancora abbastanza incerto. In alcuni collegi, infatti, come quelli intorno a Napoli e quelli siciliani, il Movimento 5 stelle potrebbe sorpassare gli ormai ex alleati di governo, e mantenere il ruolo di primo partito del Mezzogiorno, raggiunto, tra l’altro anche alle ultime europee.

Da non sottovalutare anche il “colore” di Roma e Milano. Nelle due principali città italiane resterebbero delle “roccaforti rosse”, soprattutto nei collegi centrali, a prescindere dallo scenario. Nei periferici, invece, la situazione cambierebbe a seconda del tipo di coalizione scelta dal centrodestra. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia uniti guadagnerebbero tutti i collegi a margine di Milano, mentre correndo separati ne conquisterebbero solo uno, nel quadrante nord-ovest della città. Situazione simile a Roma. Una coalizione a tre riuscirebbe a “mangiare” anche i feudi del centrosinistra, lasciando solo pochissime chance agli avversari, l’ipotesi “ognuno per sé”, invece, lascerebbe più margine alle sinistre che riuscirebbero a prendere parte del territorio a nord del centro. A seconda degli scenari, poi, in alcuni Comuni maggiori il risultato cambia completamente. È il caso, ad esempio, di Torino, città a guida 5 stelle. Nel caso di una corsa in solitaria, infatti, la Lega sarebbe in vantaggio solo in un collegio su quattro, mentre i restanti tre sarebbero del centrosinistra. Situazione opposta, invece, con una configurazione simile a quella proposta nel 2018. La coalizione di centrodestra si aggiudicherebbe tre collegi su quattro, lasciando un piccolo feudo alla sinistra.

Secondo Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend, “qualora Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si presentassero uniti alle prossime elezioni, la coalizione si affermerebbe come la forza dominante nella quasi totalità del Paese, e con margini molto ampi. Le uniche eccezioni, nelle nostre simulazioni, sono tre: l’area intorno a Napoli – in cui il Centrodestra dovrebbe vedersela con il M5S –, quella tra Firenze e l’Appennino Tosco-Emiliano, aree di storica matrice di centrosinistra, dove il Pd potrebbe prevalere”. “Nel 2018 – ricorda Pregliasco – il Mezzogiorno ha premiato il M5S in più del 90% dei collegi: in questo scenario, invece, andrebbero tutti al Centrodestra, tranne che in Campania”. Il “fronte sovranista” con Fratelli d’Italia, secondo il fondatore di You Trend, avrebbe una maggioranza in tutto il Centro-Sud, con l’incognita della Sicilia. “Diverrebbero contendibili alcuni collegi tra Calabria e Basilicata e buona parte della Campania. Inoltre, sarebbero collegi swing anche quelli intorno a Roma e quelli tra la Toscana e l’Emilia Romagna – osserva Pregliasco – Il PD, invece, avrebbe ottime chance di mantenere qualche collegio uninominale nei collegi centrali di Torino e Milano”. Diminuiscono invece le possibilità di una Lega in solitaria. “Il Sud diventerebbe un vero campo di battaglia – spiega – nel quale il Movimento 5 stelle potrebbe dire la sua dividendosi i collegi uninominali con la Lega (in Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna). Dei tre scenari questo è chiaramente quello che può rappresentare le maggiori incognite per quanto riguarda i collegi uninominali”.

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