I commissari europei decideranno se raccomandare o meno al Consiglio Ue l’avvio di una procedura per debito nei confronti dell’Italia mercoledì alle 12.30. Dopo il pacchetto approvato dal Consiglio dei ministri che mette nero su bianco una riduzione dell’indebitamento netto dell’Italia di 7,6 miliardi rispetto alle previsioni del Def di aprile, da Bruxelles filtra ottimismo. Secondo quanto apprende l’Ansa, i numeri messi sul piatto dal governo hanno aiutato la trattativa, orientandola verso una chiusura positiva. Gli esperti della commissione, però, aspettano ancora rassicurazione sulle previsioni dei conti italiani nel 2020, prima del parere definitivo.

“Lunedì abbiamo approvato il disegno di legge sull’assestamento di bilancio e possiamo inviare i nostri documenti ufficiali in Europa, mettendo sul piatto oltre 7 miliardi di euro che ci consentono di dire che siamo in linea con le previsioni del famoso 2,04% di deficit/pil nel 2019, dice il premier Giuseppe Conte rispondendo a una domanda sulla procedura d’infrazione Ue al suo arrivo a Bruxelles, dove è impegnato in un altro negoziato, quello sulle nomine dei vertici dell’Unione.

La riunione della Commissione con all’ordine del giorno lo “stato delle cose sull’Italia” era originariamente prevista per oggi alle 13 a Strasburgo, ma è slittata proprio a causa del protrarsi del Consiglio europeo sulle nomine. Dopo il collegio è previsto un discorso del solo commissario agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici, senza il vicepresidente Valdis Dombrovskis, che di solito è presente in questo genere di occasioni. Gli esperti di Bruxelles si riuniscono però già questo pomeriggio per valutare il pacchetto presentato dall’Italia.

Un pacchetto composta dal ddl di assestamento del bilancio 2019 che certifica una correzione dell’indebitamento netto di 6,1 miliardi di euro e dal decreto legge che congela 1,5 miliardi di soldi non spesi per reddito di cittadinanza e quota 100. Così l’Italia certifica il suo impegno verso il rispetto del 2,04% di deficit/pil nel 2019 promesso a dicembre scorso alla Commissione.  Numeri che – ha detto lunedì il Tesoro – “creano le condizioni per rendere ingiustificato l’avvio di una procedura di infrazione”. Poche ore prima era stato lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarellaa spiegare come il “trend positivo” della finanza pubblica e la “solidità” di fondo dell’economia italiana non giustifichino, a sua avviso, la procedura: un intervento di una figura di garanzia che ha il suo peso alla vigilia delle decisione che sarà presa a Bruxelles.

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