Nuove grane giudiziarie per il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano al quale è stato notificato un altro avviso di proroga delle indagini preliminari per abuso d’ufficio. La vicenda riguarda  la nomina, a luglio 2017, di Francesco Spina (ex sindaco di Bisceglie) come consigliere della società Innovapuglia, che gestisce gli appalti centralizzati della Regione. Una nomina che di fatto ha violato la Legge Severino. Secondo l’ipotesi degli inquirenti, Spina non poteva entrare nel cda dell’agenzia in quanto era sindaco in carica, un fatto che non avrebbe segnalato nel curriculum presentato alla Regione e del quale nessuno, Emiliano compreso, si era curato all’atto di firma della nomina. Il provvedimento è stato notificato venerdì scorso, al termine di un’inchiesta condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della guardia di finanza di Bari. La notizia è riportata sull’edizione barese della Gazzetta del Mezzogiorno. Emiliano già due mesi fa, aveva ricevuto un altro avviso di garanzia nell’ambito di una inchiesta su presunti illeciti commessi durante la campagna elettorale per le primarie del Pd nel 2017.

Oltre ad Emiliano sono indagati lo stesso Spina e un dirigente della Regione, Nicola Lopane. L’inchiesta è condotta dal pm Chiara Giordano. Spina, sindaco di Bisceglie fino ad agosto del 2017, in base alla Severino non avrebbe potuto ricevere incarichi prima di due anni. Invece, la nomina nel consiglio di InnovaPuglia è stata decisa dalla giunta regionale a fine luglio 2017. Spina è indagato anche per falso perché, al momento dell’accettazione dell’incarico ha firmato una dichiarazione in cui attestava di non trovarsi in situazioni di conflitto di interessi. La legge Severino vieta l’assegnazione di incarichi pubblici a chi nel biennio precedente abbia fatto parte della giunta e del consiglio di Comuni con più di 15mila abitanti.

Il fascicolo, come testimonia la necessità di procedere con una proroga delle indagini, è ancora in fase di approfondimento. La vicenda tuttavia non è una novità assoluta: la Gazzetta ne ha dato conto a febbraio, raccontando del sequestro effettuato dalla Finanza, che nella sede della Regione ha acquisito in originale tutte le carte relative alla nomina di Spina. L’entourage di Emiliano si è sempre difeso sostenendo che la scelta dell’ex sindaco di Bisceglie poteva considerarsi legittima in base a un parere dell’Anac, ma in realtà si tratta semplicemente di un atto di segnalazione al Parlamento in cui l’Autorità anticorruzione chiede di escludere dalla Severino alcuni casi di inconferibilità, tra cui la nomina in incarichi senza poteri di gestione: questo suggerimento non è mai stato recepito. La Procura di Bari dovrà ora esaminare la documentazione acquisita dalla Finanza e stabilire se l’indagine merita di andare avanti o dovrà essere archiviata.

Non si è fatta attendere la reazione del governatore pugliese, che ha diramato una nota per commentare la notizia: “È tutto regolarissimo. Non abbiamo nessuna preoccupazione” ha detto Emiliano, secondo cui “l’inconferibilità è stata esclusa dall’Anac e dagli uffici del Gabinetto del Presidente perché Spina è un semplice consigliere di amministrazione senza deleghe. La inconferibilità dei sindaci riguarda solo il ruolo di presidente con deleghe o di amministratore delegato. In caso di consiglieri di amministrazione senza deleghe non sussiste”. A sentire la versione dell’ex sindaco di Bari, quindi, “il reato tecnicamente non sussiste”. “I reati che invece sussistono ed anzi si ripetono (e che sono stati da me già denunziati al Procuratore della Repubblica) – ha spiegato il presidente della Puglia – sono quelli dei pubblici ufficiali che veicolano notizie coperte dal segreto istruttorio, che poi vengono diffuse, determinando una rivelazione del segreto di ufficio e conseguentemente un danno alla mia immagine con dettagli privi di alcun rilievo penale. Non discuto la notizia della richiesta di proroga delle indagini – ha aggiunto l’ex pm antimafia – ma la minuziosa descrizione del merito dell’indagine dettagliatamente riportata dalla stampa ed ignota al diretto interessato, perché non descritta neanche nella citata richiesta. A questo punto, accanto al rapido accertamento della verità,  è inevitabile – e sono fiducioso – che la magistratura faccia di tutto per individuare questi pubblici ufficiali che si pongono al di fuori della legge anziché tutelarla“.

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