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Gianfranco Fiumara, “il pianista avrebbe chiesto 5 mila euro a un parroco per tacere sulla loro relazione sessuale”

Il pianista, secondo il Corriere del Mezzogiorno, avrebbe ammesso gran parte dei fatti ma “negato di aver ricevuto soldi” e ha specificato di aver reagito in quel modo perché “non voleva rompere la relazione” e di “essersi sentito ingannato dal sacerdote”

di Davide Turrini

Un ricatto a sfondo sessuale e il pianista Gianfranco Pappalardo Fiumara è finito agli arresti domiciliari. Secondo quanto riporta il quotidiano “La Sicilia”, citando estratti dell’ordinanza del gip Carlo Cannella, il pianista quarantenne è stato arrestato giovedì scorso davanti alla chiesa di San Matteo a Giarre (Catania) perché avrebbe chiesto cinquemila euro ad un parroco della cittadina siciliana in cambio del silenzio con gli alti prelati su una loro relazione sessuale. Secondo le carte in mano al gip il religioso avrebbe conosciuto Fiumara “circa due mesi addietro tramite una chat social”, nascondendogli però la sua identità e anzi spacciandosi per un insegnante sposato con momentaneamente la moglie trasferita al Nord.

L’indagato, però avrebbe trasformato il primo incontro a “carattere sessuale” scattando foto e girando video. A quel punto il prete, si legge ancora nell’ordinanza, colto dal timore che l’indagato potesse mostrare i materiali compromettenti si sarebbe procurato duemila euro, la cifra che sembrerebbe essere stata chiesta dal Fiumare per tacere. Dopo pochi giorni sarebbe arrivata un ulteriore richiesta di denaro di 7mila euro trasformata in soli 500 euro per cancellare le foto. È lì che l’indagato avrebbe seguito il prete scoprendone la vera identità e iniziando a minacciarlo: “Se non vieni all’appuntamento io scrivo al vescovo allegando le foto”.

Poco dopo la richiesta di ulteriori 5mila euro il religioso ha denunciato tutto ai carabinieri che appostati fuori dalla canonica  all’arrivo di Fiumara sono intervenuti. Il pianista, secondo il Corriere del Mezzogiorno, avrebbe ammesso gran parte dei fatti ma “negato di aver ricevuto soldi” e ha specificato di aver reagito in quel modo perché “non voleva rompere la relazione” e di “essersi sentito ingannato dal sacerdote”. Il Gip ha infine disposto i domiciliari ma ha affermato che “sussistono gli elementi del reato di estorsione”.

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