Tornava a casa ubriaco e pretendeva di fare sesso. Se la compagna rifiutava, lui la violentava. E quando restava solo con la figlia di lei, abusava anche della bambina, di 12 anni. Per questo un uomo di 39 anni, di origini nigeriane, è stato arrestato dalla Squadra mobile di Ragusa, coordinata dal vicequestore aggiunto Antonino Ciavola. L’accusa è di violenza sessuale su minore e tentata violenza sessuale ai danni della compagna. La polizia è intervenuta pochi giorni fa su richiesta della donna. Quando i poliziotti sono arrivati a casa, l’uomo la stava picchiando. Un neonato, anche lui figlio della donna, è illeso.

“Quando la donna è stata accolta ed ascoltata dalle donne della Squadra mobile era psicologicamente devastata”, raccontano gli inquirenti. “Violenze inaudite subite ogni qualvolta il compagno si ubriacava e pretendeva di avere rapporti sessuali con lei anche in presenza dei bambini. La donna si rifiutava perché c’erano i piccoli e lui la violentava o tentava di farlo picchiandola in ogni occasione”. Violenze che accadevano quotidianamente, anche più volte al giorno. La madre e i due figli si trovano sotto protezione. A 48 ore dalla denuncia il gip ha emesso una misura cautelare nei suoi confronti.

Durante l’interrogatorio della donna, la bambina di 12 anni ha chiesto di parlare alla poliziotta e anche lei ha raccontato di essere stata violentata dal compagno della madre, quando rimaneva sola in casa con lui. “La piccola ha detto che se il coraggio lo aveva trovato la mamma, era giusto che anche lei raccontasse la verità”, hanno spiegato gli investigatori. L’uomo e la donna, entrambi nigeriani, si erano conosciuti in una struttura di accoglienza per richiedenti asilo della Sicilia dopo essere sbarcati in tempi diversi. La donna era arrivata in Italia insieme ai due figli, la 12enne e il neonato. All’inizio, lui era stato gentile e premuroso, e così era nata una relazione. Lasciato il centro d’accoglienza, erano andati a vivere a Ragusa. Lei accudiva i figli, lui chiedeva l’elemosina vicino ai supermercati. Dopo qualche tempo sono iniziati i primi maltrattamenti, finiti poi nelle violenze sessuale per le quali adesso l’uomo è in carcere.

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